Lo sfogo di un commerciante di Corso Roma attraverso una lettera

Lo sfogo di un commerciante di Corso Roma attraverso una lettera

Riguardo ai lavori di pavimentazione a Corso Roma il signor Antonio Lerose ha inviato una lettera alla Redazione, il destinatario della lettera è l’Amministrazione comunale alla quale Lerose ha già recapitato la lettera.

L’amarezza del signor Lerose è comprensibile in quanto è proprietario di un esercizio commerciale proprio a Corso Roma.
Nella lettera si legge “Ad un anno dall’inizio dei lavori scrivo la presente per esprimervi il mio disappunto e/o il mio scontento per i deludenti risultati da Voi ottenuti sia in merito alla durata sia in merito all’esecuzione dei lavori di pavimentazione di Corso Roma, che, nostro malgrado, ci ha visti coinvolti negativamente non solo dal punto di vista economico.

In effetti, a fronte di un proclama pubblicitario, di sicuro impatto, che prometteva una gestione efficace, veloce ed altamente qualificante della zona, dobbiamo riscontrare con rammarico un divario sempre più ampio tra la qualità del servizio e della durata dei lavori promessi ai cittadini e la loro effettiva concreta attuazione.

Già durante la prima esecuzione avevamo fatto notare come i detti lavori fossero stati gestiti con imperdonabile leggerezza e pressappochismo da parte Vostra, tanto che, a distanza di pochi giorni dalla loro conclusione, si è reso necessario un ulteriore intervento manutentivo con tutto ciò che ne consegue in termine di disagi per i cittadini ed era stato evidenziato un primo segnale delle carenze organizzative (e professionali) che hanno caratterizzato ogni Vostro intervento”.

E ancora nella lettera si legge come ci sia una gestione della cosa pubblica non efficiente “Vorrei ricordarvi che lo scrivente, a causa della Vostra inefficiente ha sostenuto sacrifici notevoli, anche per consentire a Codesta Amministrazione di predisporre un servizio il più possibile efficiente e ottimale. Ho dovuto chiudere il negozio per lunghi periodi e per altri ho dovuto subire, e purtroppo ancora sono costretto a subire, ingenti perdite economiche per impossibilità da parte dei clienti di poter raggiungere il negozio.

A fronte di tali sacrifici ci si attendeva da parte Vostra, giuste le nostre ragioni, non solo un atteggiamento meno arrogante, ma una gestione più responsabile ed accurata delle funzioni di Vostra competenza.

Dobbiamo invece rilevare con rincrescimento l’incessante involuzione professionale delle Vostre operazioni, recentemente scadute a livelli assimilabili, per approssimazione, a quelli di un qualsiasi paese del c.d. Terzo Mondo… con tutto il rispetto…

Con la recente gestione dei lavori pubblici in oggetto emarginati, pensiamo si sia raggiunto davvero il punto più basso dell’incompetenza e del ridicolo nell’intera storia della nostra amministrazione. Apprendiamo e constatiamo, infatti, con imbarazzo, che i lavori in questione, pagati con il denaro dei cittadini, sono risultati eseguiti in modo non consono e non a regola d’arte e, per tanto, quasi tutti da rifare… con dispendio di denaro pubblico…

A dimostrazione che i lavori appaltati da codesta Amministrazione sono stati portati a termine in modo dilettantesco… per usare un eufemismo…

Signori, per quanto sopra, con la presente missiva mi dolgo d’informarvi che ho smesso di avere fiducia in Voi. Anzi, di più: ho smesso di credere in Voi”.

Giuseppe Frandina

Giuseppe