Castagne frutto di sviluppo

Castagne frutto di sviluppo

L’impresa Mea Terra

A Petilia finalmente si investe nella lavorazione

Si chiama Mea Terra l’azienda castanicola nata quest’anno in località Pantano. Unica in tutta Italia, come piccola e media azienda, per la tecnologia impiegata per la lavorazione e la vendita delle castagne. A realizzarla, Giacinto Berardi, 30 anni, che ha scelto di investire nel settore della castanicoltura visto la quotazione della castagna calabrese sul mercato, nonostante il periodo non proprio positivo per il comparto in crisi a causa del parassita cinese Cinipide. Una iniziativa in controtendenza del giovane imprenditore che apre un’azienda quando la produzione di castagne è calata del 70%. Qualcuno potrebbe pensare si tratti di poca oculatezza nell’imprenditoria o di un eccessivo ottimismo, invece non è nulla di tutto ciò. È un semplice atteggiamento propositivo per creare lavoro sfruttando le risorse del territorio valorizzandole e scommettendo su queste; è solo un modo intelligente di sfruttare i Psr Calabria investendo e regalando a tutta la cittadinanza un’opportunità di crescita. L’innovazione portata da Berardi consiste nella conservazione del prodotto grazie ai macchinari presenti e che rispetto al passato permettono di conservare il frutto senza congelarlo o senza un’atmosfera modificata. «I macchinari presenti in azienda sono necessari alla trasformazione del prodotto fresco attraverso un processo di sterilizzazione che permette di prolungare nel tempo la conservazione del prodotto fresco senza l’uso di conservanti. Il processo inizia con la calibratura dei frutti, successivamente si passa al lavaggio e al processo di sterilizzazione e al successivo stoccaggio in celle frigo». Mea Terra si occupa anche della trasformazione del prodotto fresco in secco ottenendo così i tradizionali “pastiddri” e i derivati di questi come la farina e le morbidelle. Una vera e propria novità nella zona deve nonostante l’elevata produzione di castagne nessuno aveva mai pensato di investire nella lavorazione del prezioso frutto, ma ci si è sempre accontentati di vendere la materia prima che viene successivamente sfruttata da aziende non sempre calabresi, motivo in più per essere orgogliosi dell’impresa petilina. Il risvolto è anche sociale, oltre che economico, perché per le lavorazioni che si fanno in azienda occorre molta manodopera. Questa è quella che potrebbe essere definita una storia di Natale, perché non si parla solo di guadagni o di finanziamenti, ma si parla di sogni e di speranze; attraverso Mea Terra si racconta un modo nuovo di creare economia, un modo innovativo di far crescere un territorio attraverso i prodotti della terra. Mea Terra per tutta Petilia porta la responsabilità di riuscire e di far vedere come con tenacia e pazienza si possono realizzare tutti i sogni, può diventare modello e stimolo per tutti i giovani che come Berardi vogliono restare in un territorio in cui le difficoltà di crescita sono sempre duplicate. «Questo – dice Berardi – è il sogno di una vita di studi ed è importante in quanto rappresenta la vincita di una scommessa». E se per Berardi Mea Terra è il sogno che si realizza per tutti i petilini è il sogno in cui credere.

Giuseppe Frandina

Giuseppe