Susanna Camusso all’Unical: “Il dibattito sul lavoro nel Paese è merito nostro”

Susanna Camusso all’Unical: “Il dibattito sul lavoro nel Paese è merito nostro”

“Qui o si fa l’Italia o si muore” verrebbe da dire, a sentir parlare la pasionaria Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil, che ieri ha parlato rivolgendosi a una sala gremita di gente nell’Aula Magna dell’Unical. C’erano gli studenti, le Cgil provinciali, i lavoratori: tutti insieme per ribadire che bisogna partire dalle ragioni del lavoro per cambiare il Paese. Un clima di fervore culturale, di passione civica espressa grazie alle testimonianze di lavoratori e lavoratrici che ogni giorno s’impegnano nel loro ambiente di riferimento al fine di evitare la più totale frammentazione dei diritti e istituzionalizzare definitivamente il precariato. “La frantumazione del lavoro non l’effetto della crisi, ma la causa” ha affermato Susanna Camusso e ha aggiunto che in un Paese in cui il tema licenziamenti è sempre stato all’ordine del giorno, finalmente c’è un’inversione di rotta. La leader del sindacato con il maggior numero d’iscritti in Italia ha descritto uno scenario quasi kafkiano, in cui, spesso, è stato accettato lo status quo sociale e lavorativo piuttosto che tentare di agire in maniera fattiva sulle sorti occupazionali dei cittadini. Quando, invece, le istituzioni hanno scelto d’agire, l’hanno fatto male. Si parte con l’alternanza scuola-lavoro e si finisce con i voucher: questo sembra essere il destino dei giovani costretti ad andare all’estero. “Noi li mandiamo via” ha detto la Camusso, “non è la loro voglia che li porta a viaggiare in un altro paese”.
La Cgil si ritrova, dunque, a principiare la sua campagna elettorale dopo la tanto attesa decisione del Governo di fissare la data del referendum per giorno 28 maggio.
“Libera il lavoro, con 2 sì tutta un’altra Italia” è lo slogan scelto dal sindacato che ha raccolto oltre 3 milioni di firme per presentare i referendum: un progetto raccontato in tutta Italia per ricostruire l’ossatura del lavoro e ridare dignità, in particolar modo agli studenti presenti ieri nel luogo del sapere in cui si formano le coscienze. Due occasioni, secondo la Confederazione generale del lavoro, per abrogare la nuova frontiera della precarietà rinvenibile nei voucher i quali stanno sostituendo i contratti di lavoro con maggiori garanzie e allo scopo di ristabilire la responsabilità solidale negli appalti evitando una differenziazione di trattamento tra chi lavora nell’azienda committente e che in un’azienda appaltatrice o in sub-appalto. Ma proprio oggi, il Consiglio dei Ministri ha varato un decreto legge con cui sopprimere i buoni lavoro depauperando le consultazioni referendarie stabilite. Il sindacato, tuttavia, non mollerà la presa finché non vedrà quei decreti trasformati in legge.
Il comizio universitario è stato presieduto da Umberto Calabrone, segretario della Cgil di Cosenza, il quale ha ricordato che ci sono settanta giorni per far conoscere i nostri diritti. E’intervenuto poi Angelo Sposato, segretario della Cgil Calabria. Per lui la mobilitazione messa in atto non si deve interrompere, perché qualcuno ha annunciato che le cose cambieranno. Tra gli interventi dei lavoratori, anche quello di Maria Pupa dell’ente provinciale crotonese la quale, in conclusione, si è rivolta a Renzi in tono canzonatorio dicendogli: “Non puoi dire alla Cgil di stare serena!”.
La Camusso ha, altresì, discusso questioni come il diritto allo studio per ogni giovane e il problema delle infrastrutture. Monito per la Regione, quindi, giacché le infrastrutture non sono le rotonde, ma evitare che la gente impieghi un giorno per arrivare in Calabria. Un confronto a trecentosessanta gradi confluito pure nel discorso sui migranti con cui non bisogna litigare per avere risposte, ma agire insieme con loro. Una Cgil che sa, pertanto, accogliere e che non guarda alle differenze.

Giuseppe Frandina

Giuseppe