La crisi degli olivicoltori: La denuncia di Alpaa Calabria

La crisi degli olivicoltori: La denuncia di Alpaa Calabria

“Da un’ottima annata in termini qualitativi e si è passati in maniera repentina all’ annus horribilis, e gli olivicoltori soprattutto i piccoli produttori non riescono a raccogliere il frutto, sia per la carenza di manodopera e sia per i guadagni  da fame ridotti al minimo per la vendita delle olive e/o dell’olio, minacciando di lasciare sulle piante il frutto con conseguente perdite disastrose da un punto di vista occupazionale e produttivo.

Gli olivicoltori dicono a gran voce: “Se dobbiamo sacrificare il nostro guadagno o la nostra pensione forse è meglio che le olive non vengano proprio raccolte”. 

Tra l’altro, quest’anno, in Spagna Portogallo e Tunisia non vi è produzione quindi non subiremo l’importazione massiccia di olii non italiani,  fattore positivo che doveva far salire il prezzo ed invece lo si vede scendere. 

Vi è in atto una forte speculazione perché se all’ estero non c’è produzione e al nord Italia i primi dati dicono che le produzioni sono basse non si capisce come è possibile avere prezzi di vendita sotto il costo di produzione !

Tenuto conto che la campagna 21/22 pur essendo all’inizio, è già in atto una crisi di mercato i cui prezzi sono al di sotto dei costi di produzione. I produttori olivicoli sono in grosse difficoltà in quanto penalizzati non solo dalla crisi di mercato ma anche all’aumento dei prezzi del gasolio, dell’energia elettrica . 

Tale situazione non favorisce la raccolta delle olive ed a medio termine induce  l’abbandono degli uliveti con consequenziali dissesti idrogeologici ed ambientali .

Per evitare che ciò  accada bisogna che si spunti un prezzo che possa coprire i costi di produzione. i produttori olivicoli sono in agitazione e qualora costretti non procederanno alla raccolta delle olive, causando perdita della produzione e turbative sociali.

Il mercato, ancora alle prime battute, appare bloccato al ribasso. Chi ha necessità di vendere al più presto, e si tratta della stragrande maggioranza degli olivicoltori che hanno la necessità di recuperare almeno in parte gli ingenti costi sostenuti, è costretto a cedere il prodotto a 40 euro al quintale, mentre il primo olio prodotto ha una quotazione che oscilla fra i 3,60 euro e i 3,80 euro al litro. La qualità dell’extravergine appare eccellente in tutta la Calabria, dove la mosca olearia (almeno quella) quest’anno non ha avuto modo di fare danni, ma la resa quantitativa è bassa si registra il 12-13% di resa (12-13 kg di olio per ogni 100 chilogrammi di olive) contro una media degli ultimi anni del 15-16%.

In sintesi il comparto ha bisogno di un forte segnale dalle Istituzioni con un’azione tesa a difendere il mercato della vendita delle olive e dell’olio prodotto, dalle forti speculazioni che stanno distruggendo l’olivicoltura Calabrese”.

Redazione Il Petilino

Redazione Il Petilino