Discarica Scala Coeli: il Comitato continua a fare sentire il suo No

Discarica Scala Coeli: il Comitato continua a fare sentire il suo No

Il Comitato Permanete per la Difesa del Territorio e Contro la Discarica di Scala Coeli continua a farsi sentire con una nota stampa “Come avevamo annunciato, abbiamo presenziato (anche grazie alla convocazione da uditore di Legambiente che è parte del nostro comitato) alla prima seduta della Conferenza dei Servizi per il presunto ampliamento della Discarica di Scala Coeli, ovvero un nuovo impianto privato da circa un milione di metri cubi di rifiuti che si vorrebbe realizzare in contrada Pipino, sul territorio di Scala Coeli ma ai confini dei comuni di Cariati, Terravecchia e Crucoli. Come avevamo immaginato, la conferenza non si è chiusa nella prima seduta, anche a causa dell’assenza di alcuni pareri piuttosto importanti, primo fra tutti quello del Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria che dovrà confermare la presenza di agricoltura di qualità nella zona (e quindi l’incompatibilità con una discarica di rifiuti speciali) e la presenza di usi civici che rappresenterebbe un ulteriore (ennesimo) elemento di incompatibilità ambientale, oltre al Dipartimento Urbanistica che dovrà esprimersi sulla compatibilità dell’impianto rispetto alla alla vigente legge urbanistica regionale.

Restiamo in attesa di leggere il contenuto degli altri pareri resi noti nella stessa conferenza, non esitando a porre delle osservazioni formali se ne sussisteranno le ragioni.

Tutto questo solo per confermare e rafforzare quanto già espresso con chiarezza dalla Struttura Tecnica di Valutazione della Regione Calabria, che ha già motivato in maniera piuttosto precisa il parere negativo, per una serie di ragioni che noi sosteniamo da anni e che finalmente ci sembra vengano tenute in considerazioni. Su tali ragioni non tentino mistificazioni o forzature: se è vero che sulla strada comunale esiste un progetto di messa in sicurezza, questo non riguarda la S.P. 6 della Provincia di Crotone sulla quale insiste un divieto di transito assoluto e che quindi non può essere considerata una via d’accesso in sicurezza, in violazione delle prescrizioni AIA dell’impianto esistente, oltre che della logica. Ci sarebbe da interrogarsi, piuttosto, sul fatto che finora è stato concesso ad automezzi pesanti carichi di materiale inquinante di oltrepassare una strada provinciale intransitabile perché non in sicurezza ed una strada comunale ancor più pericolosa, al punto da richiedere apposito progetto di messa in sicurezza.

Inutile ribadire, inoltre, quanto già affermato ripetutamente, formalmente e pubblicamente, ovvero che la discarica è incompatibile con le colture DOP e biologiche certificate che esistono nell’area intorno alla discarica così come stabilisce inequivocabilmente la normativa nazionale. Non ci sono interpretazioni che tengano.

Ci auguriamo dunque che nella prossima seduta la Conferenza dei Servizi chiuda definitivamente questa ignobile vicenda, negando di realizzare una nuova enorme discarica – perchè di questo si tratta, non di un ampliamento – nella splendida valle del Nikà, ed avviando quindi l’iter per la fase di bonifica e ripristino dello stato naturale dei luoghi.

Ci appelliamo al Consiglio Comunale di Scala Coeli ed al Sindaco affinchè chiariscano ulteriormente la posizione del Comune, con particolare riferimento all’indirizzo urbanistico dell’area ed all’esigenza di difendere l’agricoltura locale e le vocazioni del territorio di Scala Coeli.

Infine ci appelliamo a tutte le forze politiche e sociali, nonché ai rappresentanti istituzionali, affinché supportino questa battaglia supportando il Comitato Permanente che da anni, ormai, si occupa di questa vicenda con attenzione, lavoro, sacrificio, attendendo quindi che sia lo stesso Comitato ad informare correttamente la cittadinanza rispetto a quanto accade, evitando notizie imprecise e qualsiasi tentazione di strumentalizzazione.

Siamo certi che con questo spirito, che ormai da tempo caratterizza il nostro lavoro, e con il contributo di tutti, il territorio vincerà questa battaglia aprendo una pagina importante per lo ionio cosentino e crotonese e difendendo la possibilità di avviare l’unico sviluppo possibile per quest’area: quello sostenibile basato sulle nostre vocazioni”.

Giuseppe Frandina

Giuseppe