ASOC 2021 AWARD, Vince il team degli Scaricati

ASOC 2021 AWARD, Vince il team degli Scaricati

È il team de Gli Scaricati dell’ ITTL  “M. Ciliberto” di Crotone, guidato dal Ds Girolamo Arcuri, il vincitore dell’edizione 2020/2021, per la Calabria, della competizione didattica di cittadinanza attiva e di monitoraggio civico “A Scuola di OpenCoesione”.

Il riconoscimento, assegnato dalla Commissione di valutazione, è stato comunicato nel corso dell’evento finale tenutosi, in diretta streaming, lo scorso 4 Giugno nell’ambito  di una stagione che, sebbene fortemente condizionata dall’emergenza connessa al Covid e dalle necessarie rimodulazioni del percorso, ha comunque restituito un prezioso bagaglio esperienziale agli studenti che hanno portato a termine le attività.

 Il team crotonese si aggiudica così, per il terzo anno consecutivo, l’ambìto traguardo. 

Le attività di cittadinanza attiva svolte dagli studenti del Ciliberto di Crotone iniziano, infatti, nel 2016 muovendosi lungo due direttrici: la mancata bonifica del sin e il sistema ‘ndranghetista. Tre i nomi usati, negli anni, per identificare l’attività progettuale degli studenti e la specifica area di interesse. RestArt indicava la possibilità di una ripartenza per la città di Crotone, il desiderio di ricominciare dall’arte, che è quanto di meglio questo territorio possa offrire, unitamente al tentativo di coinvolgere la comunità cittadina nell’affrontare quello che è il problema dei problemi per questo territorio: la mancata bonifica.

Poi Terra di Mezzo, espressione volutamente evocativa. In una società, infatti, come quella calabrese, nella quale rispetto al fenomeno mafioso si è, spesso, o complici o indifferenti, si avvertiva il bisogno di sentirsi cittadini di una terra di mezzo della legalità che resiste e combatte, e di andare alla riscoperta di quelle realtà sociali, come Terre Joniche, che rappresentano un presidio di lotta e resistenza rispetto ad un universo ‘ndranghetista divenuto sistema dominante. 

Nell’anno in corso gli studenti hanno dato vita, invece, al team de Gli Scaricati, termine che vuole indicare una chiara presa di coscienza rispetto a quanto è accaduto e continua ad accadere all’interno di una città scaricata come Crotone, SIN dal 2001. Quella della città pitagorica è, come ribadiscono gli studenti, la storia, a tratti paradossale, di una città che è stata incapace, negli anni, di guardare al futuro. Ed è stata divorata dal proprio passato. 

Le grandi fabbriche chimiche Montedison e  Pertusola, dice Cristian Casella, avevano fatto di Crotone una città benestante, una potente roccaforte operaia con un aeroporto e un porto molto attivi.  Di quella Crotone restano, oggi, solo tonnellate di veleni non smaltiti. Così quando si legge, nel rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, che i siti contaminati rappresentano un “effetto collaterale” dello sviluppo industriale e delle procedure adottate per lo smaltimento dei rifiuti industriali ci si accorge che le disuguaglianze ambientali sono diventate disuguaglianze sociali e hanno ingenerato disequità territoriale.

Così, mentre a Crotone, ribadisce Alessandra Costarella, si aspetta da anni la nomina di un Commissario per una bonifica mai portata a termine, gli studenti del team gli Scaricati, attraverso una attenta indagine di data journalism, hanno messo in evidenza, nel loro percorso di ricerca, lo stretto rapporto fra bonifiche e sviluppo dei territori. Secondo quanto riportato dall’ European Environment Agency, infatti, i costi per le analisi e ricerche sui siti in Europa sono ricompresi fra 5.000 e 50.000 euro. In Italia, queste stesse indagini costano più di 5 milioni di euro. Più si ritarda, più la criminalità si infiltra. Se le opere partissero entro 5 anni, si creerebbero 200.000 posti di lavoro con un aumento della produzione di oltre 20 miliardi di euro, con un ritorno nelle casse dello Stato di circa 5 miliardi fra imposte dirette, indirette e contributi sociali. Ma tutto questo, a certe latitudini, è pura utopia.

Grande rilievo è stato dato, in questo percorso di monitoraggio civico, alla discarica di Tufolo-Farina,  ricompresa nel sin.  Nel febbraio 2011 era stato sottoscritto un Accordo di Programma Quadro da 20 milioni di euro il cui finanziamento avrebbe permesso “di dare attuazione a interventi concreti di bonifica dei suoli inquinati all’interno del Sin di Crotone  e di gettare le basi per garantire le condizioni di sviluppo dell’area compatibili con le vocazioni del territorio e con le risorse naturali presenti.” L’ Accordo di Programma Quadro sottoscritto fra il ministero dell’ambiente e la Regione Calabria aveva previsto un apposito finanziamento pari a 10 milioni di euro per la Messa In Sicurezza Permanente e bonifica della discarica stessa. Il progetto risulta ad oggi però non avviato. La discarica è stata chiusa nel 2000 e, per inciso, non risulta al ministero alcuna documentazione che attesti la progettazione in quell’area di una discarica che oggi , sempre secondo quanto riportato nei verbali delle conferenze dei servizi, raccoglie oltre a rifiuti industriali anche rifiuti ospedalieri pericolosi.

Tutela ambientale, mancate bonifiche, malaffare, sanità negata e dissesto idrogeologico sono, dice Danilo Loprete,  tutti aspetti legati a doppio filo nella nostra realtà che ha fatto di quello che sarebbe dovuto essere uno stato emergenziale la norma conclamata.

Se qualcosa la storia ci ha insegnato, sostengono gli studenti del team,  è che per chi vive più a sud del sud le regole del gioco non sono mai uguali. Una sanità commissariata, mancate bonifiche, collusione e  la mancanza di una coscienza collettiva hanno prodotto, nell’indifferenza generale, l’attuale stato delle cose. È lo stato che autocertifica il proprio fallimento dinanzi ad un popolo colpevole per le scelte fatte e che, ieri come oggi, è incapace di ribellarsi. 

Oggi resta solo un’economia ferma ai nastri di partenza (basti pensare che nella classifica stilata, nel 2020, da Italia Oggi e Università La Sapienza di Roma, Crotone è penultima per qualità della vita), un dissesto idrogeologico che tanti danni aveva causato con l’alluvione del 1996 ( sei morti e migliaia di sfollati) e che si è ripetuto nel Novembre del 2020 con conseguenze altrettanto disastrose. Sono passati 24 anni dalla prima alluvione  e 19 da quando Crotone è stata dichiarata SIN. Ne è passata  di acqua sotto i ponti ma, a queste latitudini, fino ad oggi, poco o nulla sembra essere cambiato. Ecco perché per questi studenti è fondamentale fare cittadinanza attiva, perché, come diceva don Milani, “ognuno deve sentirsi responsabile di tutto”, come testimonia quell’I Care , simbolo di una Costituzione  per la cui applicazione bisogna ancora lottare ed essere Capaci di R-esistere.

Redazione Il Petilino

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