Scomparso Ciccio Ierardi uno dei fondatori de Il Petilino

Scomparso Ciccio Ierardi uno dei fondatori de Il Petilino

 

Ci sono notizie che uno non vorrebbe mai scrivere. Una di queste è la scomparsa di una persona che si conosceva e con cui ci sono stati rapporti di amicizia e stima. E’ il caso della morte di Francesco (Ciccio) Ierardi.

Sono notizie a cui finanche si stenta a credere, quando le si apprende, e si tende  magari, come ho fatto io, ad aspettare, quasi nella speranza che il mattino dopo ci si svegli e si scopra che era tutto un sogno.

Già da ieri, infatti,  la notizia è circolata in città ed a confermarmela anche amici (Rosaria) e parenti con telefonate,  consci del rapporto che c’era con Ciccio e questa mattina  mi sono svegliato ed ho scritto questo breve annuncio e ricordo.

Sono state diverse le esperienze significative che con Ciccio abbiamo condiviso in passato, e tra queste la fondazione de Il Petilino, quello che resta l’unico giornale di Petilia anche se in passato ha vantato qualche timido tentativo di imitazione.

Una decisione, quella di fondare Il petilino, che abbiamo preso durante la nostra  collaborazione nell’esecutivo comunale di allora, guidato da Salvatore Lavorato, in cui fui chiamato a fare l’assessore esterno al bilancio.

Ci eravamo divisi i compiti, cioè, a me  la proprietà della testata e la direzione oltre che l’aspetto giornalistico e a lui l’aspetto organizzativo e pratico, come l’impaginazione e trovare fondi per il sostentamento e la stampa. Ma lui era e faceva  molto di più.

Si, perché, con la sincerità che si deve alle persone a cui si è legati e si vuole bene, visti i miei impegni sempre più pressanti nell’ambito giornalistico, si deve a Ciccio la sopravvivenza del Petilino, per molti anni, tanto che ne  assunse la direzione editoriale.

Con altrettanta sincerità (lo scrivo altrimenti sentirei di fargli un torto) nel corso del tempo non son mancate le divergenze e perfino gli scontri sulle prospettive e sul futuro del giornale, che poi è approdato all’attuale gestione, scelta da Ciccio con il mio pieno accordo.  

D’altro canto, era caparbio Ciccio e non era facile fargli cambiare idea. Ma questa sua caparbietà era anche una delle doti che gli ho sempre riconosciuto e che lo ha portato a raggiungere importanti obiettivi.

Ed un altro degli obiettivi comuni raggiunti è stato quello della realizzazione del monumento che si trova in via Arringa, realizzato dal maestro scultore Domenico (Mimmo) Greco, impresa che sembrava titanica e che poi si è materializzata in una pregevole statua posta all’ingresso del Paese.

Caparbietà che ha mantenuto fino all’ultimo, considerato che, giusto pochi giorni prima di morire,  ha centrato un altro obiettivo a cui teneva tanto, la lampada dell’emigrante alla Santa Spina, realizzata sempre dallo scultore di origine petilina, Greco.

Emigrati era un’altra parola chiave  nella vita di Ciccio,  visto il rapporto che, anche tramite il giornale, intesseva con le persone che vivevano lontano ma restavano con il cuore e le radici legate a Petilia.

Non era un uomo di mezze misure e avvezzo alle parole sdolcinate Ciccio e perciò non intendo usarne in questo mio ricordo personale. Mi limito solo a dirgli  grazie e che mancherà.  Giacinto Massimo Carvelli

Redazione Il Petilino

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