Monitoraggio Goletta Verde: una zona del mare de Le Castella fortemente inquinata, va meglio a Steccato di Cutro

Monitoraggio Goletta Verde: una zona del mare de Le Castella fortemente inquinata, va meglio a Steccato di Cutro

Si è concluso in Calabria il monitoraggio di Goletta Verde, la storica imbarcazione di Legambiente che monitora l’inquinamento dei nostri mari, che si è tenuto dall’11 al 14 luglio. Quello che si è evinto in generale è una Calabria in cui la depurazione resta ancora ferma al palo.
Situazione critica in particolare alle foci di fiumi, canali e torrenti lungo tutta la costa calabra: nove punti su ventiquattro presentano cariche batteriche elevate. Solo in questa regione c’è il 15% degli agglomerati urbani italiani finiti sotto accusa da parte dell’Ue.
Come si evince dai dati forniti dall’equipe legambientina, che si è occupata del monitoraggio, una zona del Le Castella, quella a destra del castello, risulta fortemente inquinata, mentre l’inquinamento rilevato nella spiaggia Marinella risulta entro i limiti. Entro i limiti anche l’inquinamento rilevato a Steccato di Cutro dove il monitoraggio è avvenuto alla Foce del Tacina.
Come si legge in un comunicato dell’’associazione del Cigno “Nove dei ventiquattro punti monitorati lungo le coste calabresi presentano cariche batteriche elevate, in prossimità di foci di fiumi e torrenti dove molto spesso gli ignari bagnanti continuano a fare il bagno, visto che sono molto rari se non inesistenti i cartelli di divieto di balneazione e quelli obbligatori per legge sulla qualità delle acque. Con situazioni critiche ormai non più sostenibili che si ripetono anche da sette anni. È il caso ad esempio della spiaggia libera a destra del castello nel comune di Isola di Capo Rizzuto, dove anche al passaggio dei nostri tecnici di Legambiente si è registrata la presenza di numerosi bagnanti. Una situazione alla quale va posto rimedio al più presto per tutelare la stessa salute dei cittadini, prima ancora che l’ecosistema marino. Ricevono un giudizio di fortemente inquinato per l’ottavo anno consecutivo anche la foce del torrente Caserta, la foce del fiume Mesima e la foce del torrente Ruffa. E quest’anno più che gli interventi sui sistemi depurativi, ancora fermi al palo, i calabresi paradossalmente sono costretti a ringraziare il lungo periodo di siccità che ha ridotto l’apporto idrico, e di conseguenza l’immissione a mare, di molti degli storici punti critici presenti lungo le coste”.

Giuseppe Frandina

Giuseppe