Lo sfogo della Dirigente Cicero: Quello che mi è costato “resistere”

Lo sfogo della Dirigente Cicero: Quello che mi è costato “resistere”

In merito alle notizie circolate in questi giorni circa i fatti inerenti la mensa scolastica a Petilia Policastro riportiamo le dichiarazioni fatte dalla dirigente Giuliana Cicero tramite la sua pagina facebook.

La Dirigente nella sua dichiarazione tiene a “smentire, precisare e sottolineare che MAI E POI MAI da parte mia e’ stato richiesto, così come invece si evince dall’intercettazione del Sindaco Amedeo Nicolazzi, l’intervento dei Vigili del Fuoco sulla “mensa,” i suoi gestori e il personale addetto. Prova inconfutabile di ciò è l’assenza di alcuna comunicazione tra la sottoscritta e gli stessi Vigili che, se fosse vero quello che asserisce il sindaco, ci sarebbe dovuta essere. I Vigili del fuoco erano invece intervenuti su mia chiamata il mese di maggio 2018, ma solo per controllare lo stato dell’edificio scolastico dopo il crollo di un controsoffitto in un locale dello stesso. Amaramente emerge dalle intercettazioni che sulla mia persona e sulla Scuola si e’ detta l’ ennesima grave bugia”.

Nella dichiarazione la Cicero continua “La Giunta Comunale di cui si parla e addirittura la delibera di Giunta nel mese di luglio 2018 non si sa ancora su quale fondamento legislativo sia stata fatta. Se il tutto è stato legale oppure no lo stabilirà chi di competenza.

Io a questo punto voglio tirare fuori la verità che ho sempre taciuto.

Nella scuola in cui ho ricevuto l’incarico di Dirigente scolastico, alcuni docenti , uno in particolare, invece di uniformarsi alla gestione unitaria che conducevo molto democraticamente, hanno sempre cercato di fare opposizione creando un velo di maldicenze e di calunnie spinte fino ad articoli su giornali locali pubblicati da un tale giornalista, che, parlando inspiegabilmente di un”cerchio magico”, raccontava di me favole e frottole mai esistite se non nelle maldicenze di questi stessi docenti. Già la storia di questa scuola insegnava che simili azioni erano state fatte contro altri Dirigenti scolastici. Già un Dirigente Scolastico prima di me era stato accusato di incompatibilità ambientale ed era poi andato via… ed ora anche io, secondo un protocollo ormai consolidato. “Non mi “piaci”?… e allora te ne vai”.

Consapevole che la maggior parte dei docenti della Scuola viveva in un clima sereno e tranquillo, la scelta di resistere e di difendere il mio posto di lavoro, frutto di studi e di un regolare concorso, da quel momento in poi mi ha portato non poche conseguenze.

Lettere di avvocati con accuse di atti persecutori nei confronti di un docente.

Accuse di mobbing anche in una causa al Giudice del lavoro sempre dallo stesso docente con clamorosa vittoria da parte mia per insussistenza delle accuse prodotte dal suo avvocato, nonché padre di un suo alunno.

Lettere anonime, riunioni di piazza, maldicenze e falsità elargite gratuitamente sulla mia persona in qualità di loro datore di lavoro.

Richiesta di appoggio al primo Cittadino che instaura una querelle con la sottoscritta appropriandosi delle presunte problematiche scolastiche senza mai chiedere riscontri.

Interrogazione parlamentare al Ministro dell’Istruzione da parte dell’on Nicodemo Oliverio, dove questo onorevole senza neanche conoscermi parla pure lui di maltrattamenti di docenti, di stati di disagio, di clima di tensione. Nulla di tutto questo. Solo docenti che pensavano di poter scegliersi il Dirigente a loro piacimento. In questa richiesta di interrogazione parlamentare e da questo momento in poi l’appoggio del Sindaco e’ stato in toto perché la querelle con la sottoscritta che era già emersa “a prescindere,” adesso veniva rinforzata dalla mia richiesta di requisiti di sicurezza nella scuola, richiesta che io avanzavo e che lui voleva costringermi a tacerla.

Dopo la disfatta anche dell’interrogazione parlamentare arrivata a nulla di fatto, dopo le infamie subite nella campagna elettorale per le elezioni amministrative del 2018, dopo le umiliazioni subite in occasione della vittoria delle elezioni, dove vengo salutata e “ringraziata” e dove lo stesso Sindaco promette che “farà fare tante valigie”….. dopo tutto questo arriva l’atto eclatante.

Bisogna agire di forza e proporre una raccolta di firme per richiedere al Direttore generale il mio trasferimento per incompatibilità ambientale.

E’ giunto il momento che le valigie promesse in campagna elettorale ora si devono riempire per mandarmi via. E allora, su fogli senza intestazione e molte volte senza riportare la lettera che stanno sottoscrivendo- una lettera dove ancora si parla di malessere, di docenti maltrattati, di alunni che respirano un clima di tensione – si procede con la raccolta di firme.

E allora comincia la corsa alla firma e l’amministrazione comunale nella persona del sindaco e di altri consiglieri appoggiano la raccolta.

E’ ad una festa tenuta a Principe che un consigliere si fa promotore di questa “campagna” invitando i presenti a firmare….

E nella riunione tenuta in casa di una docente che gli altri docenti vengono”invitati” a firmare. Sono alcuni genitori della classe del docente che contattano gli altri genitori “invitandoli” a firmare. I fogli per la firma vengono lasciati in alcuni negozi, in uffici assicurativi, in studi legali, nelle sedi di associazioni locali.

Ma c’è un ”ma”. Da subito si capisce che il territorio non appoggerà questa operazione contro di me perché io al territorio non sono affatto sgradita. I docenti che firmano sono una ventina su circa 100 , i genitori sono pochi: solo nella classe del docente firmano il 60 % di loro, ma nelle altre classi i numeri sono bassi, le firme dei collaboratori scolastici si contano sulle dita di una sola mano. Le migliaia di firme che erano nei loro progetti in realtà non si raccolgono facilmente. E allora si cambia strategia. Si cominciano a portare motivazioni ”altre” per estorcere una firma . Alcuni esempi. La raccolta delle firme a Paternise? Era mossa dalla motivazione che la Dirigente voleva spostare una nota e molto stimata maestra della scuola . La raccolta di firme a Camellino? Si richiedono firme per favorire la ricerca sul cancro…. Così sono state estorte ad esempio le firme di un solo genitore di Camellino e dei suoi familiari malati oncologici. Si firma pure per avere una viabilità migliore, si firma pure per l’adesione ad una gita.

In quei giorni intere famiglie vengono fatte firmare, firma gente che non mi conosce, firmano persone che non hanno figli a scuola, che non sono residenti a Petilia, si firma al mare sotto gli ombrelloni e nel parco giochi di Foresta, firmano persone che sono anziane e che della scuola hanno ormai solo un lontano ricordo….

E come far firmare chi lavora in mensa? Sono tutte persone che ho sempre visto lavorare con precisione e solerzia, che ho salutato fermandomi anche a fare qualche chiacchiera fuori dall’orario di servizio. Sono persone delle quali ho sempre lodato la loro cura nel servire i piccoli. E questo il loro datore di lavoro lo sa bene e sa pure bene come ho sempre cercato di risolvere i problemi che si sono verificati ,cercando sempre di non far perdere giorni di servizio nella scuola.

Però le loro firme si devono avere. E allora è lo stesso datore di lavoro che le riunisce dicendo che la “Preside” vuole chiudere la mensa e che quindi è necessario firmare un documento per fermare tutto questo. Tutte firmano tratte dall’inganno. Un inganno da cui poi molte di loro verrano a chiedermi scusa, qualcuna anche con le lacrime agli occhi.

Il fine giustifica i mezzi in questa lotta intrapresa senza nessun segno di ravvedimento.

Vengo a sapere che si è indetta una Giunta comunale dove la mia situazione è un punto all’ordine del giorno. Quel giorno serve gente. E allora ecco le parole del Sindaco di far scendere le “femmine” perché serve appoggio contro di me che a suo dire falsamente avrei chiamato addirittura i Vigili del fuoco per chiudere la mensa. Ecco l’appoggio che vuole. Perchè questa è la forzatura finale della promessa fatta ai docenti e sempre allo stesso docente che io sarei stata “mandata” via.

Io non so se quello che si è svolto quel giorno nella Citta di Petilia Policastro sia stato legale o no, se può esserci una delibera di Giunta su una raccolta di firme non espressamente dichiarata e segnalata nei punti di raccolta-firme e senza che ci siano motivazioni comprovate e a loro tempo segnalate agli organi preposti.

Io non so se quel giorno, in cui nella Citta del Coraggio Femminile le donne sono state chiamate a far numero – “non devono parlare” – per perpetrare un’ ingiusta violenza su un’altra donna, sia giusto cancellarlo dal calendario.

Io ho solo voluto mettere nero su bianco raccontando anche se solo in parte –ma la parte più consistente – quello che mi è costato “resistere”. L’ho fatto e non me ne pento e lo rifarei ancora altre mille volte perché a ripagarmi sempre di tutto, ogni volta che purtroppo ho subito un attacco ingiusto, è sempre stata la stima e l’affetto dei mie alunni , dei docenti, del personale scolastico e delle belle persone che ho conosciuto a Petilia , che non hanno mai smesso di dimostrarmi vicinanza. anche nei momenti più tristi e più bui che ho attraversato in questi anni”.

Redazione Il Petilino

Redazione Il Petilino