Questione rifiuti: problema socio-economico

Questione rifiuti: problema socio-economico

Il Petilino, con il nuovo anno, si arricchisce con pagina dedicata alle tematiche ambientali, rivolta ad una comunità vicina e lontana. Un’azione legata allo spirito, al motto, “Pensare globalmente e agire localmente”, preso in prestito dall’associazione Legambiente per affrontare questioni, che vadano ben al di là dei nostri confini territoriali, consentendo a chiunque di intervenire/segnalare problematiche. Uno spazio per “agire”. Iniziamo il 2014 con la questione spinosa dei rifiuti, ma, inizialmente, ritorniamo con la mente agli inizi di gennaio 2011, quando cittadini, associazioni, dissero NO, ad ogni progetto di discarica di rifiuti solidi urbani e speciali in loc. Monaca del Comune di Petilia Policastro. Dire solo “NO” è semplice, immediato, spesso associato, in modo strumentale, alla sindrome “NIMBY” acronimo inglese per Not In My Back Yard, letteralmente “Non nel mio cortile”. Un “NO” se ben motivato è più complesso, richiede un approfondimento tecnico-scientifico. Il “SI” ad una qualsiasi problematica richiede una maggiore consapevolezza, che può nascere solo attraverso una informazione equilibrata, corretta, ma, poiché nessuno è portatore di “verità” è importante che il lettore sia animato da uno spirito critico, costruttivo, che partecipi più attivamente alla vita sociale del paese anche attraverso le pagine di questo giornale. Ritorniamo a parlare di rifiuti. Noi viviamo in una società che si basa ed è condizionata dai consumi, che ha portato, in pochi decenni, ad una produzione spropositata di rifiuti, ad un benessere effimero con gravi costi ambientali, sulla salute umana. Il tutto aggravato dai fenomeni criminosi associati al business dei rifiuti. Gran parte dei rifiuti finisce in discarica, anche in forme illegali, come la tragica situazione della “Terra dei fuochi”, in Campania. L’Italia continua a smaltire in discarica quasi la metà dei rifiuti solidi urbani, il 44%, in Germania solo 1%. Prevalgono ancora la discarica e il recupero energetico (inceneritori), le due opzioni più costose, a differenza del riciclaggio e la prevenzione (riduzione) le due forme più economiche. In Calabria finisce in discarica il 60/70% dei rifiuti solidi urbani. La situazione calabrese, ultima in Italia, insieme alla Sicilia, con il 13.8% di raccolta differenziata, è il frutto di una fallimentare politica regionale sui rifiuti, di oltre 13 anni di commissariamento per l’emergenza rifiuti, che ha determinato, di fatto, la necessità di nuove discariche o di conferirli all’estero, via mare, verso altre nazioni, come è stato annunciato, nei giorni scorsi, dall’Assessore Regionale all’Ambiente Franco Pugliano. La situazione petilina non è dissimile a molte altre realtà calabresi. E’ iniziata, da alcuni mesi, una forma, ancora limitata, di raccolta differenziata. Il Liceo Scientifico “Raffaele Lombardi Satriani” di Petilia Policastro, da anni impegnato nel programma internazionale Ecoschools, ha voluto visitare, nei mesi scorsi, una eccellenza calabrese nella raccolta differenziata, il Comune di Pianopoli, nel Lametino. Un paese di circa 2500 abitanti, che si può definire “Comune Riciclone”, premiato dalla Legambiente, perché ha superato nel 2012 il 65% di raccolta differenziata, la soglia minima prevista dalla legge, insieme ad altri due comuni calabresi: Saracena (CS) e Roccella Ionica (RC), dei 1293 Comuni italiani premiati. Per raggiungere questi importanti risultati, oltre al sistema di raccolta “porta a porta”, è essenziale una responsabilizzazione dei cittadini, attraverso un’adeguata comunicazione e politiche incentivanti dal punto di vista economico. Avviare una nuova modalità di tariffazione del servizio, ogni utente che “pratica la differenziata” deve godere di uno sgravio, di una riduzione, della tariffa. Applicare anche per i cittadini il principio del “chi inquina paga”. I giovani liceali, accompagnati dal sottoscritto e guidati dall’Arch. Luigi Antonio Mercuri, responsabile dell’ufficio tecnico, hanno potuto seguire le diverse fasi della raccolta differenziata dei rifiuti. Si possono inviare domande o chiedere di soffermarsi su qualche tema specifico scrivendo a [email protected]

Giuseppe Frandina

Giuseppe