Individuato un secondo pilastro miliare: la rinomata pietra di “DUI”

Individuato un secondo pilastro miliare: 
la rinomata pietra di “DUI”

Le antiche delimitazioni della “Regia Sila”

Dopo la Pietra di Musco emerge nel sommo di un’alta vetta del Gariglione, in pieno Parco Nazionale, un secondo pilastro miliare dell’antica Regia Sila Demaniale, la “Pietra di Dui”

In cima ad una delle tre vette del Monte Gariglione, ad oltre 1700 metri s.m. ecco il monolite smisurato. E’ la pietra di “Dui” o di “Lui” citata sulla mappa del Galluccio del 1663 e che ho cercato per anni. Sono bastate poi le indicazioni di un pastore per venirne a capo … . La scoperta di questa seconda pietra miliare comincia a precisare una linea storica d’eccellenza sull’antica delimitazione della Regia Sila Demaniale: la prima è la pietra di Musco detta “Scritta” di cui ho già presentato alla stampa immagine e storia, la seconda è quella detta “Irta” posta sullo spartiacque nei pressi di macchia dell’Arpa e misteriosamente scomparsa … questa è la terza pietra, quella detta di “Dui” come riporta il Galluccio nella carta dei 1663 o di “Lui”, come asserisce il Venusio nel 1774. E’ posta in zona detta nel 1663 Serra De Friano ma oggi l’antroponimo non esiste più in mappa. Per ritrovarla ho superato folti boschi di faggio silvestre e di rari abeti, ho visitato numerosi massi in un sottobosco intricato di rose canine e mille altre piccole essenze vegetali di alta quota. Il tutto nel comprensorio del Parco Nazionale della Sila, in una stupenda cornice di biodiversità. L’ing. Galluccio nella sua relazione dell’8 gennaio 1664 afferma che la pietra di “Dui” si trova presso la montagna del Gariglione e poi il confine “corre verso Spinalba con crescita di fai, abeti e pini per farne galere e vascelli” per la regia marina aragonese. Oltre l’acronimo R.S., prima incisione sulla pietra da datare 1332/33 ad opera dei messi di Carlo d’Angiò, Giovanni Barrile e Paolo di Sorrento, dopo attente ricerche sulle pareti muschiose dell’enorme masso ho potuto scoprire due date scolpite, cioè quelle relative alle verifiche del 1721 e del 1755, ma non la data del 1663 perché sicuramente disgregata dall’usura degli agenti atmosferici dopo 350 anni di esposizione al gelo invernale che sul Gariglione talvolta supera i 15 gradi sotto zero. Quali i mandanti delle verifiche relative alle tre date? Gli Aragonesi e successivamente i Borboni. Ecco cosa è riportato nel “Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli” del Giustiniani dell’anno – 1802”: “Le più fresche memorie (sulla delimitazione della Regia Sila) sono del 1663, 1721, 1755 essendo mandati da Napoli i tavolari (compilatori di “tavole” geografiche) a riconoscerle e vi sono specialmente le relazioni di Giuseppe Galluccio del 1721 e del Vecchioni del 1755”. Ma sappiamo che nel 1663 operò come tavolario l’ing. Antonio Galluccio e nel 1755 mandante ne fu il Preside Buonastella. Anche sulla pietra di Musco, da una indagine più approfondita, emerge la data del 1721. La scoperta di questa seconda pietra miliare dopo quella di Musco, comincia a delineare, finalmente con cognizione di causa, le delimitazioni storiche della Regia Sila Demaniale, quali erano, e lo sforzo dei regnanti di una volta, Angioini, Aragonesi e Borboni, di evitare quelle usurpazioni che pur sono state numerose. La ricerca delle pietre miliari che delimitarono l’antico demanio è un modo oggigiorno sicuro per fare storiografia certa sugli eventi che interessarono la nostra regione, mettendo a confronto le fonti storiche con l’attuale realtà.

Giuseppe Frandina

Giuseppe