La risposta di Lentini al sindaco Nicolazzi

La risposta di Lentini al sindaco Nicolazzi

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Non accenna a diminuire la polemica tra il sindaco di Petilia Policastro, Amedeo Nicolazzi e l’ex assessore della Provincia di Crotone, Giovanni Lentini sulla questione dei Pisl non utilizzati per la sistemazione del tetto del santuario della Santa Spina. Rispondendo ad una replica del sindaco, Lentini usa termini molto duri. Per Lentini, il sindaco “non solo non sa quello che dice ma ha anche la capacità di mentire spudoratamente e sguaiatamente”. Nel proseguo della nota Lentini innanzitutto precisa, contrariamente a quanto scritto da Nicolazzi “che io in questo momento sarei un organo di staff del presidente della provincia” che si tratta di una “notizia non vera. Il sottoscritto svolge il ruolo di consulente del presidente. E lo fa a titolo gratuito. Ribadisco a titolo gratuito. Lo fissi bene nella sua mente. E quanto da me affermato trova riscontro nelle carte a differenza di chi, come lui, da più tempo ciarla in libertà. A più riprese e in diverse circostanze egli ha affermato che avrebbe rinunciato alla sua indennità di sindaco, mi giungono notizie che non sta tenendo fede a quest’impegno preso con i cittadini di Petilia. Lui è in grado di dimostrare che non ha percepito l’indennità che ammonta ad euro 2.550,00 come promesso in campagna elettorale? Tutti i cittadini petilini attendono una sua risposta”. Sottolinea, poi, di non essere stato declassato, come affermato da Nicolazzi. “Dal 2011, senza alcuna interruzione – scrive Lentini – sono nella squadra amministrativa del presidente Zurlo, prima da assessore, oggi da consulente. Non è cambiato nulla”. Evidenzia, anche, che il suo “unico interesse è servire il mio territorio e i miei concittadini. Per farlo, non conta la casacca, contano la passione, l’impegno, la volontà di stare comunque in trincea per dare una mano. Ragioni appartenenti alla logica politica spesso fanno aggio sui reali meriti e sulle competenze e capacità, ma chi crede nella necessità di stare in campo, perché prima della gratificazione personale viene l’avvenire di questa terra, non si tira indietro per questo, resta a disposizione, continua a lavorare, per la sua gente”. Per quanto riguarda i PISL, rivolgendosi a Nicolazzi Lentini scrive: “sarebbe stato meglio per lui lasciar perdere e prima di addentrarsi in tematiche a lui sconosciute e prima di esternarne a destra e a manca senza nessuna conoscenza delle carte avrebbe fatto meglio a studiare. Lui non solo parla per sentito dire e, probabilmente, su suggerimento (…) ma quel che è peggio è che lui non è a conoscenza che il sottoscritto ha partecipato da attore protagonista e non da semplice comparsa, alla stesura delle linee guida dei Pisl. Ciò è stato possibile perché la Provincia di Crotone è parte del tavolo di partenariato regionale della progettazione integrata territoriale del Por Calabria 2007-2013 e il sottoscritto, dal 2011, è delegato del presidente Zurlo. A quei tavoli ci partecipo da anni, quindi, è la mia materia. Ci vado e lo ripeto ancora una volta da protagonista, non da comparsa. E mi vanto di aver tenuto insieme sui Pisl tutti e 27 i sindaci della provincia e di aver riunito al tavolo di partenariato oltre cento soggetti pubblici e privati. Mi rendo conto che lui non è attrezzato culturalmente per comprendere la straordinarietà ed eccezionalità di tale risultato, ma piano piano se ne dovrà e se ne farà fare una ragione”. E nel proseguo, la nota non scema nei toni polemici. “Lui – continua Lentini – proprio non conosce le cose di cui maldestramente cerca di parlare. E si informi, su, signor Nicolazzi non è difficile. Anche rispetto alle mie presenze a Petilia Policastro dimostra di essere peggio di Pinocchio che almeno era un burattino di legno e non aveva nessuna colpa. Il sottoscritto non si è recato più a Petilia Policastro solo da quando lui è divenuto sindaco. E solo per non aver a che fare con un improvvisatore e con un improvvisato capopopolo. E con questo, sarò netto, ritengo di aver chiuso la discussione. Si astenga dal tediarmi ulteriormente con sproloqui e battute da teatro di avanspettacolo. La serietà del ruolo gli imporrebbe di lavorare. E di lavorare duramente. Solo quello”.

Giuseppe Frandina

Giuseppe