Morire per ernia iatale: i familiari della donna morta all’ospedale di Crotone parlano di negligenza
Non si può morire a 73 anni per un’ernia iatale. Non si dovrebbe, eppure è quello che sembrerebbe essere successo a R. L. una signora petilina in buona salute che ha avuto la sfortuna di capitare al Pronto soccorso dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Crotone nel giorno di ferragosto. Già, perché la signora R.L. probabilmente, non è morta per l’ernia, ma perché si è sentita male in un giorno dell’anno in cui più di tutti la sanità calabrese fa i conti con un personale sanitario scarso rispetto alla propria utenza.
I familiari della donna morta hanno denunciato il pronto soccorso crotonese per negligenza, infatti dal loro racconto emerge una superficialità degli operatori sanitari e del personale medico nel valutare i sintomi della signora che non è stata ricoverata, ma è stata rimandata a casa, senza una diagnosi, nonostante continuasse a stare male. Dalla ricostruzione riportata dai familiari dopo un giorno trascorso a casa la donna è stata riportata al pronto soccorso di Crotone, ma ormai le sue condizioni erano critiche, è stata operata per l’ernia iatale, però sembrerebbe che tutti gli organi erano compromessi per il ritardo con cui si è intervenuti. La donna è finita in terapia intensiva, dopo circa 10 giorni è deceduta.
I figli non riescono a rassegnarsi alla loro perdita, la loro mamma era in buona salute, non soffriva di nessuna grave patologia e averla vista morire in 10 giorni per loro è inspiegabile. Oltre ad essere affranti, sono assaliti dalla rabbia perché secondo il loro parere qualcosa in quel pronto soccorso, in un giorno festivo come quello di ferragosto, non ha funzionato come doveva. Sono indignati perché la loro mamma non ha avuto da subito le giuste cure per questo hanno denunciato e vogliono sapere se ci sono delle responsabilità oggettive e qualora ci fossero vorrebbero che la loro storia non passasse inosservata.