Violenza sulle donne: l’iniziativa targata Slc-Cgil Calabria

Violenza sulle donne: l’iniziativa targata Slc-Cgil Calabria

“La violenza sulle donne è una sconfitta per tutti”, così recita lo striscione di 18 metri affisso sulla facciata della sede Cgil nazionale, nonché all’esterno di quella crotonese. Un impegno continuo da parte del sindacato contro i soprusi di genere; tant’è che l’aumento costante dei femminicidi pare essersi sedimentato alla base del vivere civile, dunque, è necessario svegliare le coscienze in modo permanente e diffondere la cultura del rispetto.
E’riuscita in tale intento, la federazione SLC (Sindacato lavoratori comunicazione)- Cgil la quale ha organizzato il 29 novembre l’evento “Mi chiamava Principessa”, in occasione della Giornata Internazionale Antiviolenza sulle donne. L’iniziativa si è tenuta all’interno del Gran Hotel Balestrieri a Torre Melissa e ha visto la partecipazione di Tiziana Ventura (Slc-Cgil Calabria), Giulia Monti (Psicologa), Claudia Carlino (Cgil Calabria). Assente, a causa di un’importante trattativa sindacale, Cinzia Maioli della federazione Slc nazionale. I lavori sono stati coordinati anche dal dipartimento Politiche di genere Slc-Cgil Calabria e dalle Donne Spi-Cgil Crotone, impegnate in una coinvolgente lettura di alcuni brani tratti dal libro “Ferite a morte” di Serena Dandini: un paradiso immaginario in cui a parlare sono le vittime, che non sono state capaci di rispettare i patti e hanno pagato per tutto ciò. Un momento d’aggregazione, più che un semplice convegno, un incontro di riflessione caleidoscopico in cui si sono susseguiti: momenti di recitazione, di canto, proiezioni di video, dissertazioni professionali sull’argomento. Perché l’arte in senso lato amplifica le sensazioni e si pone come viatico all’apprendimento.
“C’è una radio che suona, ma solo dopo un po’ la sento. Solo dopo un po’ mi rendo conto che c’è qualcuno che canta…ho un ginocchio, uno solo puntato nella schiena..come se chi mi sta dietro tenesse l’altro appoggiato per terra…con le mani tiene le mie, forte, guardandomele al contrario”: è stato questo l’incipit del pomeriggio e del monologo che Franca Rame scrisse nel 1975 per testimoniare uno stupro che lei stessa subì il 9 marzo 1975. Ad interpretarlo, questa volta, l’eccellente Maria Pia Battaglia dell’Associazione Hymnos. Tiziana Ventura ha detto poi che “Il femminicidio è solo quello che si vede”, poiché la violenza comincia molto prima. E’ un’escalation di sofferenze inflitte, dietro le quali si celano donne non in grado di sporgere denuncia, giacché, spesso, non si riconoscono i maltrattamenti. “Si tratta di retaggi culturali- ha aggiunto la delegata della Slc Calabria- perché fin dal principio ci dicono sarai moglie e sarai madre”. La giovane psicologa Giulia Monti si è soffermata, invece, sugli aspetti tecnici delle c.d. relazioni pericolose. Una relazione è pericolosa quando è basata sul controllo e sullo svilimento. Le vessazioni, inoltre, sono trasversali a ogni classe sociale e, sebbene sia meno frequente, la violenza deve essere intesa altresì verso un uomo. L’ultimo intervento è stato quello di Claudia Carlino che ha sottolineato la necessità di riprendere in mano la legge regionale n.27/1985, al fine d’inserire l’obbligo della presenza degli psicologi nelle scuole: gli unici, insieme alle famiglie, a poter impartire lezioni d’educazione all’affettività.
Veronica Otranto Godano

Giuseppe Frandina

Giuseppe