Gli di studenti di Terra di mezzo intervistano Grasso

Gli di studenti di Terra di mezzo intervistano Grasso

Nell’ambito del progetto “A scuola di open coesione”, il team Terra di Mezzo del Ciliberto di Crotone, si sta dedicando, ormai da mesi, ad attività di monitoraggio civico, affrontando temi cruciali per lo sviluppo del nostro territorio, come la ‘ndrangheta e i beni confiscati. Consci che di mafie, in questo Paese, si parla sempre meno, per veicolare, soprattutto alle nuove generazioni, quei valori dell’antimafia  imprescindibili nella nostra società, hanno creato una web radio, dal nome RADIO RAID. Hanno deciso, quindi, di intervistare chi come Giovanni e Luisa Impastato con Casa Memoria, Roberta Gatani con Casa di Paolo, Francesca Andreozzi con la Fondazione Fava e l’ex Presidente del Senato P.Grasso, porta avanti le idee di chi ha pagato con la propria vita il credere nella giustizia.

“Falcone e Borsellino hanno lasciato un patrimonio morale che tutti noi dobbiamo seguire, un patrimonio fatto di equilibrio, di coraggio, di serietà, di rigore ma anche di umanità e professionalità. Hanno lavorato per rendere migliore il nostro paese e questo è il messaggio che dobbiamo percepire. I ragazzi devono sapere da subito da che parte stare, rifiutare privilegi e favori ed impegnarsi per costruirsi da soli il proprio futuro, con le proprie forze.” Queste sono le parole pronunciate dal Presidente Pietro Grasso al termine dell’intervista rilasciata ai ragazzi del team. Un’ intervista ricca di valori morali, di ricordi dei giorni passati al fianco di chi ha lottato per far si che le cose cambiassero, di chi ha lottato per un futuro migliore, di chi ha lottato credendo nei valori della cultura della legalità. “Mafia, ricorda Grasso,  è la seconda parola italiana più conosciuta al mondo, questo per far capire come questo fenomeno sia diffuso e conosciuto. Ormai, da anni, la criminalità organizzata ha assunto un valore molto importante nel nostro paese, ma non è più solo un problema nazionale, ma internazionale”. La ‘ndrangheta, in Calabria e nel mondo, ha raggiunto una potenza economica e una diffusione molto più elevata delle altre criminalità organizzate.

Nell’ultima parte dell’intervista, il Presidente Grasso ricorda l’importanza della scuola nel processo di crescita dei giovani e racconta un episodio biografico; rammenta uno studente della moglie docente, appartenente ad una famiglia mafiosa. Ricorda la caparbietà con cui quel ragazzo inseguì quel tanto agognato diploma  grazie al quale riuscì a fuggire allontanandosi dalla propria famiglia per poi divenire un ingegnere affermato, a dimostrazione che la cultura è la sola cosa che possa renderci autonomi.

Nell’intervista P. Grasso  ha sottolineato una frase di Kennedy amata da Giovanni Falcone: “Un  uomo fa ciò che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana”. Un uomo deve fare  sempre il proprio dovere perché questo è alla base di ogni comunità civile, è la base della nostra socialità come lo è, “scegliere sempre da che parte stare”. In occasione dell’anniversario dei 26 anni dalla strage di Capaci, Grasso scrisse una lettera a Falcone: “Caro  Giovanni, il tempo passa, passa eccome. Me ne accorgo guardando questa foto: eravamo a Roma, nei primissimi mesi del ’90, lavoravamo assiduamente a una strategia complessiva per combattere la mafia e le sue ramificazioni nella società, nella politica, nell’imprenditoria. Il tempo passa, è vero. Ventisei lunghissimi anni nei quali ci sei mancato tantissimo come uomo, come amico, come collega. Molte volte ci siamo sentiti persi senza di te. Una cosa però, ha sconfitto i 500kg di tritolo che usarono per uccidere te, Francesca, Vito, Rocco, Antonio: brilla negli occhi delle migliaia di cittadini, soprattutto giovani, che oggi ti ricordano, che hanno appreso da te cosa significhi credere nella legalità, impegnarsi per essa, sempre e comunque, anche quando tutto sembra impossibile. 

Molti non erano neanche nati nel 1992, eppure sono qui. Loro hanno capito, Giovanni. Sono loro gli uomini e le donne sulle quali camminano ogni giorno le tue idee”. 

Nessuno dei ragazzi che compone il team Terra di Mezzo c’era in quel lontano, eppure cosi vicino, 1992 ma hanno deciso di portare avanti, coscientemente, i loro ideali.

Come cittadini di questa bellissima terra chiamata Calabria, credono che per rilanciare questa regione le mafie vadano sconfitte e che per farlo sia necessario opporre al silenzio la parola, la legalità e il sapere, perché un popolo colto è più difficile da “governare”.  Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene, diceva Borsellino. Questi ragazzi hanno iniziato a provarci.

Redazione Il Petilino

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