CHRISTIANA RUGGERI INCONTRA GLI STUDENTI DELL’ISTITUTO NAUTICO “M.CILIBERTO”

CHRISTIANA RUGGERI INCONTRA GLI STUDENTI DELL’ISTITUTO NAUTICO “M.CILIBERTO”

Martedi 24 maggio, nell’ambito della quattordicesima edizione del progetto Gutenberg coordinato dalle prof.sse Rossella Frandina e Teresa Pellizzi, nella sala polifunzionale dell’istituto Nautico “M.Ciliberto” di Crotone, la giornalista degli esteri del tg2 Christiana Ruggeri ha presentato il romanzo “Dall’Inferno si ritorna”, la storia drammatica di una bambina di cinque anni, Bibi, scampata, miracolosamente, al genocidio in Ruanda nel 1994. Dinanzi ad una platea numerosa composta dagli studenti dell’Istituto Nautico, del Liceo classico “D.Borrelli” di Santa Severina e del Liceo scientifico “Filolao” di Crotone Christiana Ruggeri racconta una delle pagine più drammatiche della storia dell’umanità, pagine che non sono mai state lette ad alta voce, che sono state voltate troppo presto, quasi a voler fare scorrere il corso della storia più velocemente anche se, in fondo, per chi sa, dimenticare è impossibile. Il genocidio in Ruanda, dice l’autrice visibilmente commossa dopo la proiezione di un video montato da Francesco Palombi e dopo gli interventi di Maria Sofia Squillace (Liceo Borrelli) e Francesco Luci (Istituto Nautico), rappresenta l’uccisione del bene, rappresenta l’impossibilità del bene a prevalere quando il male è così forte e al contempo, come dice Hanna Arendt, così banale.
I miliziani non danno il colpo di grazia a Bibi, solo perché la credono spacciata. “È morta! Non vedi che non ha più una goccia di sangue in corpo? Ne ammazzerai degli altri oggi. Non fare l’ingordo. È pieno di scarafaggi da eliminare fuori da questa casa”. Così il boia – il figlio del fruttivendolo: Bibi lo riconosce – la lascia lì, mentre il sangue della sua mamma bagna il suo corpo innocente. Ma se l’uomo è capace di scegliere se fare il bene o il male è sicuro che in quel terribile massacro qualcuno seppe fare anche del bene A strapparla alla morte è un uomo come tanti, un vicino di casa, Joseph, che dà il via a una catena straordinaria di eventi che porteranno Bibi a conquistare, passo dopo passo, la sua rinascita. Ci sono diversi ospedali, poi il viaggio infernale fino allo Zaire, ci sono, soprattutto, tante domande. “Con che criterio Dio e gli angeli hanno salvato me?” Nell’inferno gli angeli hanno un volto ma non sempre trovano le parole per rispondere alle ingenue e vere parole di una bambina. Forse perché è difficile spiegare ad una bambina l’insensatezza del mondo. Per questo l’importanza della memoria, della memoria di Bibi e delle altre donne ruandesi, conclude la giornalista, resta l’unica diga al dilagare del male. Perché Bibi, oggi studentessa di medicina alla Sapienza di Roma, ci ha raccontato che l’impossibile è stato reso possibile.

Giuseppe Frandina

Giuseppe