Locri: la ‘ndrangheta tenta di intimorire “la primavera di Libera”

Locri: la ‘ndrangheta tenta di intimorire “la primavera di Libera”

La ‘ndrangheta non sta in silenzio. All’indomani della visita del Capo dello Stato, sono apparse sul Vescovado di Locri due scritte: “Più lavoro meno sbirri” e “Don Ciotti sbirro”. All’interno del Vescovado sta dimorando, in questi giorni, anche don Ciotti, in vista della Giornata della Memoria e dell’impegno che avrà inizio domattina. Entrambe le frasi sono state subito cancellate, stamani, dagli operai del Comune. Ieri Mattarella aveva lanciato un duro monito contro le mafie affermando, tra l’altro, che i mafiosi “non hanno onore”. Dura la risposta dalle maggiori Istituzioni impegnate nella lotta al crimine e non solo; “Queste scritte rientrano nella strategia della ‘ndrangheta che dice meno sbirri e più lavoro, ma è quella che fa fuggire le imprese che il lavoro lo danno”. Così il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho. Aggiunge “smettiamola di raccontare storie e cominciamo a denunciare per far sì che la ‘ndrangheta smetta di ostacolare lo sviluppo in maniera ignorante. E ignorante è chi interpreta queste scritte come una verità e non come un’enorme truffa della ‘ndrangheta. La presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, ha sostenuto: «Piena solidarietà a don Luigi Ciotti, al vescovo di Locri, ai volontari di Libera e soprattutto a tutti i familiari delle vittime di mafia che sono i veri bersagli di un messaggio chiaramente intimidatorio”. Ferma anche la posizione del presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta, Arturo Bova: “Il rinvenimento delle ignobili scritte sui muri del Vescovado di Locri non solo lascia sgomenti, ma è purtroppo la conferma di quanto la sottocultura mafiosa sia pervasiva e presente nella nostra società”.
La Redazione de Il Petilino, tutta (direttore, redattori e collaboratori), esprime solidarietà e vicinanza a coloro che combattono il fenomeno criminale; siamo vicini a don Ciotti, esempio di assoluto coraggio. Gratitudine e solidarietà va anche al Vescovo di Locri, Francesco Oliva.
La criminalità organizzata non dà lavoro, lo toglie.
È necessario ribellarsi in maniera netta al giogo mafioso.
Sperando che la “primavera di Libera” arrivi forte anche nella nostra Terra e funga da monito per le Istituzioni.
Come calabresi prendiamo le distanze e condanniamo il vile atto di questa notte!

Giuseppe Frandina

Giuseppe