Sequestro di Punta Scifo: Legambiente è da tempo che chiedeva un intervento per la tutela della costa crotonese

Sequestro di Punta Scifo: Legambiente è da tempo che chiedeva un intervento per la tutela della costa crotonese

È stata sequestrata Punta Scifo e sono stati di conseguenza bloccati i lavori di costruzione di un villaggio turistico che doveva sorgere proprio nell’area marina protetta di Capo Rizzuto. Il sequestro è stato disposto dalla Procura della Repubblica di Crotone. Si era occupato della questione il senatore del M5s Nicola Morra che attraverso un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, fa sapere che «Apprendiamo che da poco è stata sequestrata l’area sottoposta a vincolo archeologico ed ambientale-paesaggistico di Punta Scifo. Insieme ai consiglieri M5S di Crotone, Ilario Sorgiovanni ed Andrea Correggia, c’eravamo già occupati della questione presentando un esposto, firmato da 50 persone, alla procura di Crotone». Già prima di Morra Legambiente Calabria aveva detto la sua, in una nota stampa l’associazione del Cigno sottolinea come da tempo si chiedeva «un intervento risolutivo delle Autorità competenti a salvaguardia di uno dei tratti costieri più belli ed importanti della regione Calabria, sottoposta a stringenti vincoli paesaggistici, ambientali ed archeologici. Nel novembre del 2016 Legambiente aveva chiesto fra l’altro l’intervento della Commissione Europea per presunta violazione del diritto comunitario con una specifica segnalazione comunicata anche al Ministero dell’Ambiente e alla Regione Calabria». Si esprime a tal proposito anche Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree protette e Biodiversità di Legambiente, «L’opera che si vorrebbe realizzare è posta, inoltre, in prossimità del Sito di Interesse Comunitario “fondali da Crotone a Le Castella” rientrante nella rete Natura 2000, comportandone grave rischio e ribadisce una volta di più quanto paradossale sia una vicenda in cui un progetto di questa portata abbia potuto proseguire fino a questo momento nel silenzio e nell’indifferenza generale di enti ed istituzioni, in una regione come la Calabria che è già stata posta tra l’altro sotto procedura di infrazione dalla Commissione Europea per inadempienza nei confronti degli obblighi previsti Direttiva Habitat, quali la designazione dei SIC in Zone Speciali di Conservazione». Legambiente proseguirà, ferma nelle sue posizioni, come sottolinea Anna Parretta, legale del Centro di azione giuridica, «il proprio lavoro in tutte le sedi possibili, a tutela della natura e della collettività calabrese anche attraverso la costituzione di parte civile nel procedimento penale».

Giuseppe Frandina

Giuseppe