“L’omertà uccide la speranza e la dignità delle persone” don Ciotti al 18esimo di Dodò

“L’omertà uccide la speranza e la dignità delle persone” don Ciotti al 18esimo di Dodò

«Dobbiamo evitare che manifestazioni come queste diventino lapidi, il vero scopo deve essere quello di farci riflettere» è così che don Luigi Ciotti ha richiamato il silenzio nel giorno in cui ricorre il 18esimo compleanno di Dodò Gabriele ricordato oggi a Crotone da una moltitudine di studenti.
Per ricordare la giovane vittima innocente della mafia, proprio nel giorno in cui avrebbe raggiunto la maggiore età, si è tenuto un corteo colorato della speranza di tante scolaresche che è partito dal Palamilone per arrivare in Piazza della Resistenza dove si è tenuto un emozionante incontro coordinato da Enrico Fontana che si è concluso poi con tanti coriandoli e palloncini lanciati in cielo per festeggiare il compleanno di Dodò.
Piazza della Resistenza dopo il corteo è stata riempita di tanti bei segni, oltre a quello dei tanti giovani presenti; palloncini bianchi con il nome di altre vittime innocenti della mafia lasciati volare nel cielo, le note di Rino Gaetano che ancora una volta hanno ricordato nonostante tutto che “il cielo è sempre più blu”, striscioni contro le mafie: sono stati questi gli elementi che hanno ancor di più riempito di significato la piazza.
Toccante è stata la gratitudine del padre di Dodò, Giovanni Gabriele, nei confronti dei presenti «Vi ringrazio tutti perché in questo modo anche se mio figlio non è presente fisicamente ho avuto la possibilità di dirgli “Buon compleanno”».
Forte è stata la lettera della mamma, Francesca, letta dalla giornalista Francesca Travierso, attraverso la lettera la mamma di Domenico ha ricordato che quando il figlio era piccolino le diceva sempre di non preoccuparsi di fronte alle avversità perché per lei c’era lui e ora la madre può dargli ragione visto che lo sente presente.
Dopo la lettura dei nomi di altre vittime innocenti della mafia un momento importante è stato quello realizzato dai compagni di classe di Dodò che hanno saputo rievocare con dolcezza e spensieratezza il loro compagno di classe che non c’è più e proprio grazie al loro racconto teatrale, curato da Giovanni Esposito, si è potuta percepire la voglia di contrastare il male e di testimoniare sempre più come alla fine a vincere sia il bene.
Altre parole che difficilmente si scorderanno sono state quelle di don Luigi Ciotti che ha gridato con forza come non possiamo dimenticarci che Dodò è stato ammazzato e che «quello di oggi deve essere un momento di festa, ma anche di consapevolezza. I tuoi genitori ci hanno invitato a non dimenticare, ma a fare. È necessario avere una memoria collettiva, dobbiamo fare memoria e fare memoria vuol dire dare dignità a tutti i bambini».
«Colpire i bambini è l’offesa più grave che si può infliggere ad una società» ha continuato a dire con grande voce don Luigi il quale ha più volte ribadito che non bisogna avere una memoria sterile delle celebrazioni, perché quello che conta è avere una memoria viva delle responsabilità visto che l’esistenza di tutti noi trova le basi nella corresponsabilità «è necessario infatti ricordarsi che il problema più grande non è fare male, ma resta a guardare chi compie il male».
Don Luigi ha poi augurato a tutti gli studenti presenti di continuare a studiare perché è la conoscenza la via maestra, nel chiudere il suo discorso ha anche augurato «di avere il coraggio di avere più coraggio» e di vivere i diritti costituzionali che non vanno solo conosciuti o difesi a parole.
Il giorno del 18esimo compleanno di Dodò Gabriele non poteva che concludersi con le note della canzone “Sugar” tanto in voga nelle feste dei ragazzi come Dodò e che ha lasciato a tutti i presenti, nonostante le dure riflessioni, la gioia di vivere.
(Foto di Luigi Concio)

Giuseppe Frandina

Giuseppe