IL BORRELLI ADERISCE AL PROGETTO “CIAK” DEL TRIBUNALE DI CATANZARO

IL BORRELLI ADERISCE AL PROGETTO “CIAK” DEL TRIBUNALE DI CATANZARO

Gli studenti del Liceo Classico Diodato Borrelli di Santa Severina partecipano ad un progetto attivato e promosso dal Tribunale per i Minorenni di Catanzaro, volto a far conoscere ai ragazzi sia le conseguenze a cui un reato in età minorile potrebbe portare, sia le procedure seguite nei tribunali per Minorenni. Al progetto parteciperanno sia gli alunni delle classi prime che quelli delle terze, per sottolineare l’utilità del progetto nell’unire i ragazzi e farli lavorare insieme.
Gli alunni del Borrelli, per la maggior parte pendolari, si sono più volte riuniti nel corso dell’anno scolastico per le prove della rappresentazione, e hanno inoltre incontrato, il 14 marzo scorso, due formatori del Tribunale dei Minorenni di Catanzaro, tra cui la dott.ssa Campolo, giudice onorario del Tribunale. La rappresentazione si terrà proprio nel Tribunale dei Minorenni di Catanzaro sabato 25 marzo, sulla base di un copione ispirato a fatti reali, inerenti al cyber bullismo.
Si tratta di un progetto ambizioso, che, giunto alla sua terza edizione, coinvolge 60 scuole calabresi che si alterneranno nelle aule dei Tribunali simulando un vero processo, con veri giudici, veri imputati, avvocati difensori, ufficiale giudiziario, testimoni e Pubblico Ministero. Le simulazioni hanno avuto inizio a fine febbraio e si snoderanno fino a metà Maggio. Al termine di tutte le rappresentazioni, un’apposita commissione premierà le scuole e i ragazzi più meritevoli in base alla capacità dimostrata nell’interpretazione del copione e alla qualità del prodotto multimediale creato dai ragazzi. L’iniziativa nasce dalla constatazione dell’efficacia che un’azione sinergica di scuola e giustizia può esercitare nella prevenzione del disagio giovanile e nello sviluppo e affermazione della cultura della legalità.
In questo contesto, l’azione è indirizzata a mettere in atto metodi e strumenti volti a rivedere e delimitare modelli educativi e relazioni inter-generazionali nei confronti di adolescenti che, spesso, si trovano a vivere dimensioni esperienziali dove il confine tra legalità e illegalità, giusto e ingiusto, reale e virtuale, appare sempre più confuso e labile.
Con queste motivazioni nasce l’idea di presentare il progetto “CIAK: UN PROCESSO SIMULATO … PER EVITARE UN PROCESSO VERO” con il quale ci si impegna a contribuire al processo di educazione alla legalità delle nuove generazioni, che spesso identificano le regole come un limite della libertà individuale e non come fondamento per una vera realizzazione personale e sociale.

Antonio Angotti

Giuseppe Frandina

Giuseppe