Dopo l’esposizione a Crotone dell’auto in cui morì Falcone arriva una lettera di Martino

Dopo l’esposizione a Crotone dell’auto in cui morì Falcone arriva una lettera di Martino

Giuseppe Martino, cittadino impegnato sempre in temi sociali e soprattutto per le problematiche relative all’aeroporto di Crotone ha scritto una lettera per esprimere la sua rabbia a seguito dell’esposizione della macchina in cui morì Giovanni Falcone. Nella lettera si legge “L’auto della strage di Capaci in cui morì Giovanni Falcone è stata esposta a Crotone. Io non sono andato a vederla perché avevo troppa rabbia. Possibile che lo Stato sia più bravo a far cerimonie che a proteggere i propri cittadini e tutelarli?Ero troppo arrabbiato per rendere omaggio all’auto che rappresenta una sconfitta dello stato perché dei cittadini sono morti credendo nella nostra nazione. Da anni lotto contro l’isolamento della mia terra e cerco di sollevare l’attenzione periodicamente anche sull’assenza di strutture pubbliche sanitarie adeguate; una carenza che costringe tanti cittadini crotonesi e jonici ai viaggi della speranza che diventano vere e proprie odissee. Ero troppo arrabbiato per avvicinarmi a quell’auto accartocciata esposta in una teca enorme di vetro perché qualche giorno prima avevo cercato di contattare per l’ennesima volta la massima istituzione del Governo Italiano nel mio territorio in merito al problema dall’isolamento sempre più assurdo di Crotone. Nessun treno a lunga percorrenza, nessuna strada veloce, solo 8 voli settimanali. La risposta da parte della Prefettura è stata semplice: non è di competenza del Prefetto. Sono stato veramente male. Come può la massima istituzione dello Stato rimanere inerme davanti allo spopolamento del territorio e davanti alla richiesta di tanti cittadini emigrati di voler essere liberi di partire ma anche di tornare? In questi anni ho provato a contattare tutte le massime istituzioni locali, regionali e nazionali ma la situazione peggiora anno dopo anno. Ora, anche lo Stato ha detto che non può far nulla, non è di sua competenza, negato anche un tavolo istituzionale al quale si possa discutere delle soluzioni per il breve termine e ridurre i disagi vissuti quotidianamente da tanti cittadini. Sono mortificato come cittadino. Siamo stati abbandonati dallo Stato. Non servono cerimonie pompose e discorsi da un palco per far sentire le persone cittadini di una nazione repubblicana e democratica. Io, come cittadino, ho semplicemente bisogno di uno Stato presente che mi riconosca quei diritti sanciti nella Costituzione e li tuteli sempre. Non smetterò di pregare per il giudice Falcone e tutti coloro che hanno perso la vita per rendere migliore la mia Nazione ma basta alle cerimonie ed alle commemorazione di Stato quando è troppo tardi!!! Noi cittadini siamo lasciati soli a lottare le nostre piccole e grandi battaglie. Un cittadino crotonese deluso dallo Stato. Giuseppe Martino”.

Redazione Il Petilino

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