Prevenire il doping. A Crotone il Convegno Nazionale

Prevenire il doping. A Crotone il Convegno Nazionale

“Il doping è sinonimo di scorciatoia. Il contrario di doping è sacrificio. Quello che fa il nostro circolo. Quello che fanno i nostri ragazzi. No alla raccomandazione, sì all’impegno come viatico per affermarsi”, questo il monito lanciato dal Presidente del Club Velico Crotone, l’Avv. Francesco Verri, all’apertura del Convegno Nazionale “Informazione e Prevenzione del Doping”. Il meeting si è tenuto ieri pomeriggio in Piazza Marinai d’Italia alla presenza dei vertici Fiv (Federazione Italiana Vela) e Coni, giunti a Crotone per presiedere i Campionati nazionali giovanili insieme al circolo velico nostrano.
Un incontro degno di nota grazie anche all’intervento di Alessandra Sensini, campionessa olimpionica di Windsurf e oggi vicepresidente del Coni. L’atleta ha rilevato come la vela sia poco pervasa dall’influenza del doping e che, spesso, alcuni casi siano dovuti alla non conoscenza della sostanza. All’incontro erano presenti Antonio Spataro, Direttore Istituto di Medicina dello Sport del Coni; Mario Favro, Medico Antidoping Fiv; Francesco Ettore, Presidente Fiv; Enrico Ciliberto, Presidente Ordine dei Medici di Crotone; Daniele Paonessa, Delegato Coni Crotone. A emergere è stata la sensibilità della Fiv e il lavoro costante dell’Italia, considerata all’avanguardia nella lotta al doping.
Le posizioni di tutti i rappresentanti, inoltre, sono converse verso un unico punto: è l’informazione a prevenire alcune situazioni al limite della legalità. Il più delle volte si tratta di assunzioni involontarie. E’ il caso della velista Roberta Caputo, esclusa dalle Olimpiadi perché positiva al clostebol. La ragazza, in realtà, avrebbe assunto un medicinale per i brufoli contenente la sostanza, sarebbe questa la sua colpa, ma la legge non ammette ignoranza. Altre ambiguità riguardano alcuni principi presenti negli integratori e nella marjuana e hashish. Al momento, secondo una relazione del Ministero della Salute condotta nel 2016, lo sport più contaminato è il ciclismo e su un controllo che ha riguardato 806 atleti, il 2,7% è risultato positivo. Le sostanze attive più utilizzate appartengono alla classe dei corticosteroidi, seguiti dagli agenti anabolizzanti e dai diuretici.
Grande attività di prevenzione è svolta dall’Agenzia mondiale Wada la quale ogni 6 mesi stila un elenco di elementi proibiti che gli atleti non possono assumere. I migliori dieci atleti al mondo delle nuove discipline entrano nel programma di sorveglianza e sono sottoposti alla compilazione del Where About Information Form: documento che deve essere presentato ogni 3 mesi indicando per ogni giorno del calendario le località di allenamento, gli orari e il luogo in cui soggiorna lo sportivo, nonché l’ora idonea in cui potrà sottoporsi al test antidoping.
“Il doping è contrario a ogni principio di lealtà, che cerca di diffondere, invece, il Coni” ha ricordato il delegato crotonese dell’organizzazione, Daniele Paonessa. Il Comitato olimpico nazionale promuove i sani principi tra i giovani, per esempio attraverso il progetto Educamp che mira alla diffusione del concetto di sport quale strumento per la crescita personale e collettiva delle persone.

Giuseppe Frandina

Giuseppe