Santa Severina aderisce alle giornate del FAI

Santa Severina aderisce alle giornate del FAI

Il 25 e 26 marzo il FAI invita a conoscere 400 località d’Italia dove, grazie all’impegno di 7.500 volontari e 35.000 Apprendisti Ciceroni, saranno aperti oltre 1.000 siti: chiese, ville, giardini, aree archeologiche, avamposti militari, interi borghi. Si tratta di tesori di arte e natura spesso sconosciuti, inaccessibili ed eccezionalmente visitabili in questo weekend. 
Il borgo di Santa Severina ancora una volta ha aderito all’iniziativa. Grazie all’impegno dell’Amministrazione Comunale e degli allievi del Liceo Classico e dell’Istituto Tecnico per il Turismo “Diodato Borrelli” , il 26 marzo sarà aperto al pubblico il quartiere Grecìa, un’area archeologica di grande interesse storico, artistico e paesaggistico. Recentemente inserita in un progetto di riqualificazione urbana denominata “Cavalcata di Santa Anastasia”, l’area presenta grotte e reperti archeologici di diverse epoche storiche, l’antica porta (a picco sul dirupo) e il rudere di una chiesa (con vano ipogeo sottostante) già segnalata da Paolo Orsi, ancora oggi di diversa interpretazione da parte degli studiosi. Interessanti sono anche gli imponenti resti (pilastri e muri) di quello che potrebbe essere un’antica Sinagoga. 
Per l’occasione, su prenotazione, verranno proposte anche visite guidate in lingua inglese, ideate per dar modo ai cittadini di origine straniera di servirsi della cultura come ulteriore strumento di integrazione sociale.
Ad accogliere i visitatori oltre agli studenti del Borrelli, che per l’occasione si caleranno nei panni di Apprendisti Ciceroni, anche i volontari della Pro Loco “Siberene” che allestiranno un banchetto per la degustazione di dolci e prodotti tipici.
Quest’anno si festeggia la 25ª edizione delle Giornate del FAI, un’iniziativa che «ha contribuito a ricostruire un ponte tra circa nove milioni di persone che hanno partecipato e il territorio in cui vivono attraverso la riscoperta di luoghi speciali, dove è scritta la nostra storia e la nostra identità».
Giuseppe Frandina

Giuseppe