LO SCRITTORE CARMINE ABATE INCONTRA GLI STUDENTI DELL’ITTL “M.CILIBERTO” DI CROTONE

LO SCRITTORE CARMINE ABATE INCONTRA GLI STUDENTI DELL’ITTL “M.CILIBERTO” DI CROTONE

Non si legge per divertirsi, come fanno i bambini, non si legge per istruirsi, ammoniva Flaubert. Si legge per vivere. Così sabato 23 Gennaio l’incontro con uno scrittore di successo come Carmine Abate fa subito comprendere ai giovani studenti dell’ITTL “M Ciliberto” di Crotone quali e quanti siano gli effetti collaterali della scrittura.
L’incontro, organizzato in collaborazione con la Libreria Mondadori di Crotone dalle docenti di lettere dell’istituto (R. Frandina, T.Pellizzi, A.Nudo, T. D’ambrosio e E. Stellatelli), vede protagonisti della giornata gli studenti.
Accolto dal calore e dall’affetto dei ragazzi, nell’incantevole scenario della sala polifunzionale dell’istituto, la voce suadente di Abate racconta “Gli anni veloci”. Attraverso canzoni (a cura di G. Lettieri, G. Innaro, F.Luci e D. Casillo), letture (L.Paparo), relazioni ( P.Fabiano, N.Salerno, A.Ruberto), domande dal notevole spessore culturale e un video girato con grande maestria e sensibilità da Francesco Palombi, dinanzi al quale l’autore si emoziona e commuove, gli studenti mettono in evidenza tutta la congerie di sentimenti che la lettura del romanzo ha provocato. Un libro nel quale, con la colonna sonora di Lucio Battisti e Rino Gaetano, Carmine Abate racconta sentimenti universali. La lettura scorre veloce come gli anni settanta, anni di proteste e passioni, di sogni e speranze forse disattese. Pagina dopo pagina il Lettore assiste non solo all’evoluzione di una vita ma al cambiamento di una città, Crotone.
I flashback rendono la storia intrigante: il racconto si muove tra l’adolescenza di Nicola ed Anna ed il presente, tra speranze, sogni, voglia di cambiare il mondo tipici della giovinezza e l’accettazione, a volte sconsolata e scanzonata di un presente non sempre facile da accettare e da vivere…perché, è la vita la grande protagonista del romanzo.
Una vita nella quale costruire delle certezze, certezze che diano libertà e un senso di sicurezza. Anna è stata quello che un grande poeta bengalese è riuscito così bene a descrivere, il palo al quale l’elefante si fa legare con un filo di seta. Se l’elefante dà uno strattone può scappare quando vuole, ma non lo tira. Ha scelto di essere legato con un filo di seta a quel palo. L’importante è prenderne atto e questo non sempre è semplice e allora diventa necessario ricordare, riportare al cuore quanto già avvenuto e superato. Diventa fondamentale la memoria, per il conseguimento di una felicità tante volte attesa e mai realizzata. E’ lungo l’inventario delle persone, delle azioni e degli oggetti che appartengono alla nostra realtà. Volti cari, desideri irrealizzati, beni trafugati, progetti e passioni, tendenze inscritte per eredità nei nostri geni. Se chiudiamo gli occhi un cielo in movimento muove ad altri cieli. E se ci guardiamo attorno ed accarezziamo i nostri libri, la casa, il giardino e la dolcezza di chi amiamo, sentiamo di essere parte di quell’infinito straordinario sistema chiamato vita. E gli “Anni veloci” questo lo hanno insegnato perché il romanzo, non chiuso nel gioco perverso dell’esaltazione sterile di un passato ormai lontano, presenta la possibilità di un domani. Esiste un dopo gli anni veloci, la speranza che qualcosa, se lo vogliamo possa cambiare. Perché sarà pur vero che nella tempesta la memoria insegue sempre un porto. Ma è altrettanto vero che c’è, sempre, una città dietro la notte. Perché la vita, come ricorda Abate, è comunque bella. Ecco cosa non si deve mai scordare.
O come è stato detto, citando una famosa canzone, alla fine della giornata, da Gennaro Innaro, uno dei presentatori, anche se c’è, nella vita “… chi reagisce d’istinto, chi ha perso, chi ha vinto, chi mangia una volta, chi gli manca la casa,
Il cielo è sempre più blu….”
Paola Fabiano

Giuseppe Frandina

Giuseppe