Operazione Via col vento: 13 arresti per infiltrazioni mafiose nell’eolico

Operazione Via col vento: 13 arresti per infiltrazioni mafiose nell’eolico

I carabinieri di Reggio Calabria hanno eseguito 13 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di imprenditori e presunti ‘ndranghetisti. L’operazione è scattata al termine di indagini, coordinate alla Dda di Reggio Calabria, che secondo gli investigatori avrebbero permesso di accertare la sistematica infiltrazione delle cosche calabresi nei lavori necessari alla realizzazione dei parchi eolici nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. A tal proposito con una nota stampa si esprime così Legambiente:
“Gli arresti di questa mattina in Calabria dimostrano come le ecomafie si stiano infiltrando anche nei settori legati alle rinnovabili e allo sviluppo green. Per questo è fondamentale non abbassare la guardia e continuare le operazioni di contrasto contro questi ecocriminali, che oltre a fare affari d’oro soprattutto nel ciclo dei rifiuti e del cemento, si infiltrano ormai anche nei comparti di punta della green economy e continuano a far crescere il loro business a danno dell’ambiente, della salute dei cittadini e dell’economia sana della Penisola. Il prezioso lavoro che in questi anni la magistratura e le forze dell’ordine stanno portando avanti fa in modo che le fonti rinnovabili siano pulite anche nella fedina penale, evitando così di generalizzare e criminalizzare un intero settore. L’eolico va difeso con grande energia, è un settore efficiente e, insieme alle altre energie pulite, rappresenta un’importante fonte di sviluppo green e sostenibile per il Paese che deve avere il coraggio di puntare e investire sulle fonti rinnovabili abbandonando la strada delle fonti fossili”, così Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente commenta gli arresti di questa mattina in Calabria relativi all’operazione “Via col vento” eseguita dai Carabinieri di Reggio Calabria.
Legambiente ricorda che già nel 2008, nel Rapporto Ecomafia, aveva denunciato questo nuovo fenomeno legato alle infiltrazioni mafiose nel settore delle rinnovabili e dell’eolico, ricordando le prime inchieste della magistratura che poi hanno portato ad arresti e sequestri.
“La produzione di energia pulita va tutelata e sviluppata nella legalità e trasparenza contrastando ogni forma di speculazione e illegalità – aggiunge ilPresidente di Legambiente Calabria Francesco Falcone – Le fonti rinnovabili, e in particolare l’eolico, rappresentano per la Calabria una sfida importante che non deve essere assolutamente persa. Troppi danni sono stati compiuti impunemente, come si evince dalle inchieste della magistratura. Per questo rilanciamo anche la proposta, arrivata dal vicepresidente della commissione ambiente del consiglio regionale, di creare un Ente gestore regionale per la gestione di un bene comune quali sono anche il vento e le energie rinnovabili, e proponiamo di aprire un dibattito sulle scelte compiute fino ad oggi in un settore strategico dell’economia regionale”.

Giuseppe Frandina

Giuseppe