Servizio di emodinamica: L’appello dell’avv. Saporito
L’avvocato Mario Saporito, nella sua qualità di ex amministratore pubblico e di paziente cardiopatico, con una lettera indirizzata alle Istituzioni preposte parla del problema relativo all’Istituzione, nell’Ospedale S. Giovanni di Dio di Crotone, del SERVIZIO DI EMODINAMICA, che “rappresenta una necessità primaria, fondamentale ed non più rinviabile” .
Si legge nella lettera “Su iniziativa del dott. Varrina, tutti i medici di famiglia della Provincia di Crotone, hanno proceduto a predisporre una sottoscrizione popolare, di tutti i loro pazienti, raggiungendo il n. di 10.000 firmatari, inviata al Presidente della Regione Calabria e al Dipartimento Salute, per l’apertura di tale servizio primario e necessari.
Successivamente ancora, vi è stata una conferenza di tutti i Sindaci della Provincia, a sostegno di tale iniziativa. Ma mai nessun riscontro è mai pervenuto.
Questa è la nostra Calabria!!!
È da irresponsabili che le Istituzioni preposte si rinchiudano in un silenzio assordante, senza dire una parola e senza dare una risposta.
In precedenza ancora, il prof. Alfonso Sestito, Professore Cardiologo dell’Istituto Gemelli di Roma, coadiuvato da alcuni esperti, ha potuto accertare che con l’esigua somma di euro 500.000,00 e numero due stanze, tale servizio salvavita può essere garantito ad una utenza di circa 200.000 persone residenti nella Provincia di Crotone.
Tale apertura, otre a garantire un servizio di primaria necessità, di qualità e di eccellenza che potrebbe salvare alcune vite umane, rappresenta anche un ingente risparmio economico per i conti già dissestati della nostra ASP di Crotone, in considerazione dell’ingente somma che si è costretti a pagare, annualmente, alle altre ASP Regionali e Nazionali.
Recentemente, un cittadino di Petilia Policastro, di anni 49, ha subito un infarto, e si è subito chiesto l’intervento del 118, ma l’autoambulanza non ha potuto intervenire perché impegnata in un altro intervento, e nel frattempo il povero cittadino è deceduto.
Tutti i cittadini della Provincia, che vengono colpiti da tale patologia, quando miracolosamente riescono a raggiungere il pronto soccorso dell’Ospedale di Crotone, successivamente, vengono trasferiti con l’elisoccorso, presso le strutture cardiochirurgiche dell’Ospedale Pugliese, del Policlinico Germaneto o della Clinica Sant’Anna, per poi essere sottoposti alle cure necessarie che i casi richiedono.
In un’epoca in cui tutto diventa incerto e problematico, è mai possibile che la nostra Regione Calabria non riesce a garantire, con pochi fondi, dicasi pari alla somma di euro 500.000,00 per un servizio così importante per la vita della collettività?
Se Crotone non riesce ad ottenere l’istituzione di tale importante servizio nel più breve tempo possibile, vuol dire che siamo costretti a considerare la nostra, una Provincia non più italiana, ma Medio-Orientale. Basta un po’ di impegno istituzionale e politico e di determinazione, per realizzare questo piccolo sogno e garantire un servizio primario e essenziale per la vita dell’umanità.
In passato, nonostante le varie iniziative intraprese e le rassicurazioni garantite a tutti i livelli, siamo ancora al punto di partenza. Non possiamo continuare a morire per la nostra inerzia e per colpa di una classe dirigente che pensa solo ai propri interessi e tornaconti personali, che non riesce a garantire i servizi primari ed essenziali per la vita di ogni essere umano, nonostante l’enorme spreco di denaro pubblico che viene effettuato nella nostra Regione.
Confidando nella sensibilità delle SSLL , e in considerazione della grave crisi sanitaria che il Paese sta attraversando, e delle ingenti somme che il Governo Nazionale, sta erogando per riorganizzare tutto il sistema sanitario italiano, non è più tollerabile e rinviabile, il disservizio sanitario che sta vivendo la nostra Regione, per cui con la programmazione di interventi mirati, ma importanti, si riuscirà, nel più breve tempo possibile, a garantire tale servizio sopra richiesto e a determinare una svolta nella gestione di tutto l’apparato sanitario regionale, perché altrimenti, ci vedremo costretti a rivolgerci all’Autorità Giudiziaria per supplire a questo vuoto gestionale della cosa pubblica e soprattutto del settore sanità”.