Nasce il team Disobb3dienti: Un gruppo di studenti del Ciliberto si oppone al malaffare

Nasce il team Disobb3dienti: Un gruppo di studenti del Ciliberto si oppone al malaffare

Nasce a Crotone il team dei Disobb3dienti, composto da studenti dell’Istituto Tecnico Trasporti e Logistica “Mario Ciliberto”.

Il team che nasce con l’obiettivo di opporsi al malaffare e alla corruzione in una città come quella di Crotone, che non ne è esente, scrive in una nota “Tocca, infatti, proprio a Crotone la maglia nera, secondo il rapporto sulla Qualità della Vita in Italia nel 2021. E, sempre Crotone risulta essere, secondo la Rel. Sem. della DIA del 2020, tra le città col più alto tasso di criminalità, in un contesto ” in cui le cosche sono divenute sistema di potere”. A tutto questo fa da contraltare un’ingiustizia sociale diffusa, che disvela la funzione debole dello stato in un territorio che avrebbe avuto bisogno della rottura con quelle classi dirigenti alleate con le mafie. Ecco perché questi studenti hanno deciso di occuparsi di beni confiscati, una pratica, quella della confisca, importante perché in grado di colpire i simboli del potere mafioso. Una buona ed efficace gestione dei beni confiscati è, infatti, uno snodo decisivo della lotta alle mafie, perchè testimonia la capacità dello Stato non solo di contrastare la ragion d’essere dei poteri criminali, quella di accumulare ricchezze, ma di trasformare una condizione di illegalità in una opportunità di crescita sociale ed economica. Come è accaduto ad Isola di Capo Rizzuto grazie alla Cooperativa Terre Joniche.  

In Calabria esiste un problema diffuso.

 Buona parte del territorio regionale è, di fatto, controllato dalla ‘ndrangheta, soprattutto per quanto riguarda aree agricole, zone dismesse, rifornimenti idrici e smaltimento dei rifiuti, tutti elementi che concorrono al conseguimento dell’obiettivo convergenza. Certo, qualcuno potrebbe chiedersi quale sia il punto di contatto fra una indagine sulla ‘ndrangheta e le politiche di coesione europee, politiche che puntano al riallineamento di aree e territori marginali che devono convergere con ciò che è la realtà economica e sociale dell’Europa unita. In realtà, però, proprio in Calabria e nelle regioni del sud in cui sono presenti le mafie, è strategico per l’Unione Europea conoscere quale sia la realtà della situazione. Perchè questo insieme di problematiche può essere affrontato solo se si costruisce una narrazione alternativa al comodo silenzio che, purtroppo, investe istituzioni pubbliche e private. Da studenti, i disobbedi3nti credono che lo strumento principale di investigazione sia esclusivamente quello del data Journalism, perché capace di opporre l’efficacia dei dati a narrazioni complici e omissive. Dopo decenni è arrivata l’ora che i fondi comunitari siano per la Calabria uno strumento per raggiungere un obiettivo certo, la convergenza e non un bene di consumo divorato da pochi e incapace, quindi, di produrre il bene comune.

Il progetto che i Disobb3dienti monitorano è “Dalla buona terra alla buona tavola”, progetto che prevede la ristrutturazione di un vecchio fabbricato rurale, confiscato, nel Comune di Isola (Kr),da adibire a laboratorio di cucina sociale a km 0. Obiettivo specifico del progetto è incrementare la legalità nelle aree ad alta esclusione sociale.

Il nome del team, Disobb3dienti, vuole essere evocativo. In una società, quale è quella calabrese, nella quale rispetto al fenomeno mafioso si è, quasi sempre, o complici o indifferenti, si ha la voglia di sentirsi cittadini di una terra in cui si abbia, finalmente, la capacità di disobbedire alla ‘ ndrangheta e di essere, proprio per questo, obbedienti, sempre, al dettato costituzionale di cui si rivendica l’applicazione, soprattutto rispetto a quanto indicato nell’ art. 3. Vogliono questi ragazzi avere la possibilità di essere “liberi di crescere liberi”. È questo, infatti, l’hashtag che hanno ideato per rappresentare al meglio il percorso intrapreso. 

Forse, una terra che dimentica troppo in fretta il bene ricevuto dovrebbe iniziare un percorso di riappropriazione della propria identità per poter scrivere le pagine di una storia nuova le cui parole d’ordine siano giustizia, legalità, dignità, responsabilità, speranza. Fondamentale è stato, dice uno dei componenti del team Davide Di Paola, avere avuto la possibilità di entrare in contatto, nel nostro percorso, con pratiche di (R)esistenza reali, concrete, come quelle portate avanti, all’Unical, nel Laboratorio di Pedagogia dell’Antimafia dal professore Giancarlo Costabile.  Vedere che dei modelli educativi possono farsi pratica di vita, comprendere che la parola che libera non è quella pagata, capire il valore rigenerativo di quella lotta che costruisce giustizia sociale, come quella portata avanti a Scampia da Ciro Corona, è stato per noi fondamentale. Fondamentale perché abbiamo capito che il contrasto alle mafie non può poggiare solo sull’aspetto repressivo. Le mafie si combattono opponendo al silenzio la parola. Per questo motivo  gli studenti hanno deciso di creare una web radio, “Radio R3volution” (disponibile sui principali canali di distribuzione/musicali come Spotify), per raccontare che esiste un’altra Calabria, la Calabria della brava gente, la Calabria degli onesti, la Calabria che ha bisogno dello Stato, la Calabria che lotta e si dispera, la Calabria coraggiosa che combatte anche quando è sola, perché una contronarrazione urge in questa terra da rifondare e la rifondazione deve partire dai ragazzi.

Se si vuole contare, bisogna iniziare a camminare, come Peppino Impastato  ha insegnato.  Loro hanno iniziato rivendicando, a voce alta, il diritto ad avere diritti”.

Filomena Ierardi

Filomena Ierardi