La Calabria ha la sua “Notte della Taranta”, consapevole finalmente che, solo attraverso un ritorno alle origini e alla conoscenza delle proprie radici, si può contribuire alla costruzione di un’identità più solida nel mondo. Sebbene l’isolamento del territorio, qualcosa si muove; difatti la stagione turistica, oramai in chiusura, ha fatto registrare il boom di presenze e l’enogastronomia calabrese pare essere una sorta di brand identificativo nel mondo. Detto ciò sarebbe opportuno, in maniera speculare agli apprezzamenti esteri, che gli stessi operatori culturali sul territorio si rendano conto delle ricchezze immateriali appartenenti a questa terra.
Ci prova PierLuigi Virelli, musicista eclettico e direttore artistico dell’ “Arenaria Festival-granelli di tradizioni locali”: festival culturale dell’Associazione Innesti di cui è presidente e promosso dal comune di Crotone. “Un insieme di alchimie e d’incontri” l’ha definito Virelli, “un contenitore, una comunità provvisoria”, in questo caso il lungomare di Crotone, dove le persone potranno fruire di elementi che in genere non ci sono. “Si tratta di puro e vero neorealismo” ha aggiunto il ricercatore, dove a emergere sono gli anziani depositari della civiltà contadina, pastorale e artigiana.
Il Festival è alla seconda edizione, l’anno scorso si è tenuto a Le Castella. L’obiettivo è quello di riscoprire la cultura di matrice orale calabrese, attraverso la messa in scena artistica di 3 Calabrie: quella del Marchesato, l’area Graecanica e il Reventino. Il tutto con un approccio analitico ed etnografico. Dalla riqualificazione urbana di alcuni muri identificati non in linea con le bellezze del luogo ai laboratori per bambini, dagli stage di tarantella alle feste all’abballu, tante le forme artistiche che saranno sviscerate in nome delle tradizioni più autentiche. Un folclore che non è mai fine a se stesso, ma che diventa strumento per indagare il passato. In programma anche dialoghi con il giornalista e saggista Pino Aprile, Stefano Caccavari di Mulinum, Massimiliano Capalbo di Orme nel Parco, Ivan Arella di Cleto Festival, il ricercatore etnografico Nino Cannatà, l’antropologa Patrizia Giancotti che condurrà gli spettatori di Arenaria in un tour tra immagini e suoni chiamato filoxenia, l’amore per il forestiero secondo gli antichi greci.
Per Antonella Cosentino, assessore alla cultura del Comune di Crotone, nell’epoca dello smantellamento culturale dovuto ai social, “è importante valorizzare ciò che è nel nostro Dna”. Dello stesso avviso l’assessore alle attività produttive Sabrina Gentile, secondo la quale le date dell’evento sono consone al lavoro di destagionalizzazione condotto dalla giunta crotonese. Altri partner dell’iniziativa sono Simona Ferraina di Join Calabria, soddisfatta dell’unione con PierLuigi Virelli, poiché da qualche tempo cercava un festival che valorizzasse Crotone. Sara Bitonti, invece, si occuperà della comunicazione web e stampa. Giuseppe Scali e la sua Cicloofficina TR200 offriranno un servizio informativo e la possibilità di fare delle pedalate turistiche alla scoperta della città. E ancora Lega Navale, Radio Barrio , Confcommercio Crotone e il sito southofitaly.com di Luigi Alfieri e Natalia Karpman: piattaforma per promuovere la cultura del Sud Italia all’Estero. Prezioso il contributo di Tullia Prantera, oncologa al S. Giovanni di Dio. Durante il weekend sarà organizzata, inoltre, una riffa (si potrà vincere uno strumento musicale prodotti enogastronomici) e i fondi saranno destinati al reparto oncologia dell’ospedale di Crotone.
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