La Medea di Euripide: Rappresentazione del Borrelli a Santa Severina

La Medea di Euripide: Rappresentazione del Borrelli a Santa Severina

Mercoledì 14 giugno presso la Piazzetta delle Muse a Santa Severina gli studenti del Liceo Classico “D. Borrelli” metteranno in scena Medea, riadattamento del testo di Euripide.
Si tratta della 50a edizione delle rappresentazioni dedicate al teatro tragico realizzate dall’istituto
santaseverinese. Il progetto, inserito nel Piano dell’Offerta Formativa del liceo, è stato curato
quest’anno da un team di docenti composto dai proff. Cesare Lamanna, Adriana Coricello, Federica
Castagnino e Maria Concetta Ammirati. La prof.ssa Maria Paparo ha curato la scelta dei costumi, il
prof. Domenico Rizza ha guidato la composizione del commento musicale.
Le rappresentazioni legate al dramma antico al Liceo Classico “D. Borrelli” di Santa Severina sono
un evento molto atteso, che ogni anno richiama la presenza di un vasto pubblico proveniente da tutto
Marchesato crotonese.
La protagonista del dramma scelto quest’anno, Medea, è uno dei personaggi più celebri del mondo
classico, per forza drammatica, complessità ed espressività. Euripide rappresenta la sua tragedia nel
431 a.C. e per la prima volta nel teatro greco protagonista di una tragedia è la passione, violenta e
feroce, di una donna. Una donna diversa, una barbara in una città che la respinge. Malgrado la
disperazione, vista l’indifferenza del marito dopo averla sedotta e abbandonata, Medea medita una
tremenda vendetta. Fingendosi rassegnata, manda in dono un mantello alla giovane Glauce, la quale,
non sapendo che in realtà è pieno di veleno, lo indossa per poi morirne fra dolori strazianti. Il padre
Creonte, corso in aiuto, tocca anch’egli il mantello, e muore. Ma la vendetta di Medea non finisce
qui: per assicurarsi che Giasone non abbia discendenza, uccide i figli avuti con lui, condannandolo
all’infelicità perpetua.
I temi del dramma euripideo esprimono un’universalità senza tempo e senza spazio, come, ad
esempio, la condizione dell’abbandono a cui è costretta Medea, senza più patria, famiglia, punti di
riferimento, oppure l’aspetto politico, che Euripide affronta elevando inaspettatamente Medea ad
eroina portatrice dei nuovi valori contro quelli arcaici caratterizzati dal rifiuto verso il barbaro e il
diverso. “Ti guardano e ti odiano senza sapere cosa hai dentro…” così, 2500 anni fa Euripide,
intellettuale, profugo e incompreso diceva e faceva dire a Medea nel suo straordinario discorso alle
donne corintie e così quell’urlo arriva a noi, a smuovere ancora le nostre coscienze.

Redazione Il Petilino

Redazione Il Petilino