Tragedia sfiorata a Mesoraca

Tragedia sfiorata a Mesoraca

Carabinieri arrestano il colpevole

Ieri sera, 11 aprile, i Carabinieri della Stazione di Mesoraca hanno tratto in arresto P. M., trentenne per lesioni personali colpose e detenzione illegale di armi.
Il giovane uomo, da una prima ricostruzione, sembrerebbe che abbia colpito con un colpo d’arma da fuoco un ragazzo di 24 anni che si trovava in piazza Padre Reginaldo della frazione Filippa. Forse P. M. voleva solo vantarsi della sua arma quando l’ha estratta dal giubbotto e l’ha puntata verso la giovane vittima, a quel punto accidentalmente è partito il colpo che ha ferito il malcapitato nel fianco.
Il ferito è stata subito portato al Poliambulatorio di Mesoraca e poi con l’ambulanza presso l’Ospedale San Giovanni di Dio di Crotone in codice rosso, ma non in imminente pericolo di vita. La chiamata alla Centrale Operativa della Compagnia di Carabinieri di Petilia Policastro è partita proprio dal Poliambulatorio di Mesoraca. È stato a seguito della segnalazione che i Carabinieri sono giunti sul posto interrogando qualche testimone e la vittima stessa.
Intorno alle 23.30, dopo una caccia al fuggitivo, il Comandante di Stazione, Maresciallo Ordinario Pasquale Lo Gallo, è riuscito a contattare al telefono P. M. per convincerlo a desistere dal continuare a fuggire. Intorno a mezzanotte i militari sono riusciti ad individuare l’uomo, il quale a seguito di perquisizione personale è stato trovato in possesso di una pistola semiautomatica cal. 6,30 (con matricola non leggibile). In seguito è stato dichiarato in arresto in quasi flagranza dei reati di possesso di armi e lesioni personali colpose.
Il colpevole, dopo essere stato trattenuto nella notte nelle camere di sicurezza della Caserma di Petilia Policastro, è stato tradotto nella prima mattinata di oggi nella Casa Circondariale di Catanzaro – Siano. L’arma sequestrata come da procedura standard verrà inviata nei prossimi giorni presso il R.I.S. di Messina per l’identificazione matricolare e per chiarire se sia stata utilizzata o meno in ulteriori azioni delittuose.

Giuseppe Frandina

Giuseppe