Grillo e Mammoliti CGIL AREA VASTA CZ-KR-VB sulla gestione della sanita’ calabrese

Grillo e Mammoliti CGIL AREA VASTA CZ-KR-VB sulla gestione della sanita’ calabrese

“Troppa e tanta la confusione che continua ad emergere nella gestione del sistema sanitario calabrese: la sospensione da parte del TAR dei decreti, il 172 e il 174, relativi al budget delle strutture private; due aziende, l’Azienda ospedaliera di CZ e l’Azienda Ospedaliera Universitaria “Mater Domini” coinvolte in un bizzarro quanto fantasioso processo di aggregazione senza alcun confronto con le rappresentanze dei lavoratori; L’ASP di Catanzaro in regime di prorogatio dopo le dimissioni del DG Perri e senza un governo stabile; Un quadro quantomeno “fosco” disegnato dagli ispettori ministeriali  sulla gestione della ASP di Crotone e relativo alla vicenda del chirurgo Giuseppe Brisinda prima sospeso e poi reintegrato dai tribunali nelle sue attività; Un tavolo ancora aperto al MISE per tentare di risolvere la crisi di una struttura privata Crotonese, il Marrelli Hospital; Lo stato di agitazione dei dipendenti di “Villa Betania” che non vedono una busta paga da più mesi; L’Asp di Vibo lasciata in balia del suo degrado con le ormai note criticità strutturali dell’Ospedale e senza ancora alcuna certezza per la realizzazione del nuovo nosocomio; Due Manager che si dimettono dai loro incarichi, uno è Sergio Arena dell’ASP di Crotone, a ridosso delle elezioni regionali del prossimo anno. Insomma, un quadro per nulla rassicurante per un sistema sanitario regionale che è divenuto nel tempo tanto inutile quanto pericoloso, esistente sulla carta ma non affatto garante dell’offerta di salute da assicurare, ovunque e a chiunque, come sancito dalla Costituzione Italiana.

Nulla, a questo punto, è più cristallino delle conclusioni stilate dal Prefetto Silvana Riccio nella sua relazione sullo stato della sanità calabrese nel lontano 2008: “…la “metodologia” del disservizio risulta essere l’aspetto prevalente del sistema sanitario in Calabria, mostrando sempre le stesse caratteristiche di un sistema caratterizzato da debolezza strutturale in una micidiale combinazione tra governo regionale che non riesce a imporre scelte di rinnovamento, governo aziendale troppo spesso senza capacità di gestione, degrado e inadeguatezza strutturale dei presidi sanitari, disorganizzazione amministrativa e gestionale, comportamenti professionali non adeguati, che a volte può risultare fatale, e che pregiudica le esigenze assistenziali, impedisce un efficace governo della spesa e conduce a rilevanti disavanzi finanziari di cui spesso non si conosce l’effettivo ammontare”.

Poi 10 anni di commissariamento, 8  anni di piani di rientro, circa  1000 Decreti redatti, l’ultimo annullava il precedente,  proposte di piani di rientro a debito, sanità privata a discapito di quella pubblica, sentenze di Stato non attuate,  tutto condito da atteggiamenti arroganti e provocatori senza alcuna possibilità di dialogo e confronto tra la massima assise regionale, Giunta e Consiglio, e il commissario ad acta, Massimo Scura.

Con una Regione praticamente estromessa dalla programmazione, che non è riuscita a pretenderla approvando in Consiglio i provvedimenti legislativi necessari, che ha abdicato al suo ruolo infilandosi in uno scontro istituzionale senza esclusione di colpi con la struttura commissariale che non ha fatto altro che peggiorare la salute e la qualità del sistema; Questo il quadro più o meno generale della Sanità calabrese, che transita dal dramma alla satira senza mai passare dalla buona assistenza! Una Sanità che continua nella sua propensione ad essere amministrata per moltiplicare clientele e clientelismo di voti, trasformandosi in uno strumento utile e collaudato da tanti per realizzare fortune e costruire imperi.  Una sanità malata che certo non ha trovato alcun giovamento dal commissariamento e che anzi non ha fatto altro che peggiorare la situazione.

Come più volte sostenuto e gridato forse oggi è veramente giunto il momento che la Sanità esca da questo subdolo commissariamento, che il governo si assumi la responsabilità di modifica delle norme in tal senso, e che  ritorni nelle mani del suo legittimo proprietario: le istituzioni locali e  la Regione.”

“Sulla pelle dei cittadini non si scherza, non lo consentiremo più, e se non arriveranno risposte certe e concrete nel breve periodo attiveremo ogni nostra prerogativa per contrastare tale sfascio.”

Giuseppe Frandina

Giuseppe