L’ex vicesindaco Constanzo scrive una lettera ai cittadini, chiede anche le dimissioni del sindaco

L’ex vicesindaco Constanzo scrive una lettera ai cittadini, chiede anche le dimissioni del sindaco

Dopo le diverse polemiche avviate soprattutto sui social e dopo alcuni botta e risposta tra l’Amministrazione comunale di Petilia e l’ex vicesindaco Francesca Costanzo, ora la stessa scrive una lettera destinata ai sui “Cari amici e Care amiche”.

Nella lettera, arrivata anche alla nostra Redazione, si leggono diverse accuse che la Costanzo rivolge alla squadra con la quale si è candidata nelle scorse comunali del 2018. Inoltre ci chiarimenti personali e a fine lettera si chiedono anche le dimissioni del sindaco.

“Consentitemi qualche minuto della vostra attenzione per informarvi sulle vicende degli ultimi giorni, piene di pugnalate e di vigliaccheria, che hanno interessato l’intera comunità” è così che inizia la lettera.

“Quanti mi conoscono da una vita e chi ha avuto modo di conoscermi nel corso di questa esperienza amministrativa sa che ci metto sempre tutta me stessa in quello che faccio, non badando a soldi, tempo, fiato ed energie.

Chi mi conosce, e per fortuna siete tanti, sa che mai mi sono fatta mettere i piedi in testa, mai ho abbassato la testa di fronte all’arroganza ed alla prepotenza di chi avrebbe dovuto dare il buon esempio ed invece, come un “Raìs”, come un “Kapò”, o come un dittatore qualsiasi ha messo un intero Paese, tutta una popolazione, sotto ai suoi piedi”.

Costanzo parla anche del suo modo di essere e del suo amore verso la comunità “Chi ha avuto modo di starmi vicino conosce il mio amore verso la LIBERTA’ ed il mio ALTRUISMO sfrenato. Tutto il mio attivismo, tutta la mia passione ed il mio attaccamento verso la mia terra mi hanno spinta a sopportare, per troppo tempo, gli abusi, le minacce, i ricatti di una persona malvagia che non tiene alla sua Città, ma solo alla sua sete di potere”.

“Come tutti saprete, nell’autunno 2017, dopo vari tentavi, fino ad allora sempre respinti, mi hanno convinta ad entrare a far parte della Giunta Comunale come Assessore esterno.

Sin da subito, ho cercato di rendermi utile, utilizzando quante più risorse possibili, umane ed economiche, per rendere l’intera Città ed in particolare la frazione Pagliarelle (che amo definire il mio paesello) un giardino curato e pieno di fiori, un posto tranquillo con servizi efficienti dove è bello trascorrere la propria vita”.

“Alle elezioni comunali del 10 Giugno 2018, oggi posso dire sbagliando, ho contribuito alla vittoria di questo Sindaco e di questa maggioranza, raccogliendo ben 745 vostre preferenze, determinanti per la vittoria, risultando la candidata più votata in assoluto delle due liste.

E’ stato il mio errore più grande. Perché fidandomi, ingenuamente, di questo Sindaco e di questa maggioranza, accecata dalla loro falsa voglia di rendere migliore questo Paese, ho fatto fidare anche voi, penalizzando seriamente le possibilità di vincita dell’altro candidato a Sindaco, originario della mia stessa Frazione”.

Ed è a questo punto della lettera che le accuse al sindaco si fanno più pesanti “Subito dopo la vittoria, l’atteggiamento del Sindaco e dell’intero gruppo di maggioranza sono cambiati. Non erano più quelle persone che avevo conosciuto prima, nei mesi antecedenti la campagna elettorale, quando ero Assessore esterno. Non erano più quelle persone pronte a farsi in quattro per il loro Paese, come invece avrei fatto e continuerei a fare io.

Ma la cosa più importante per me, nonostante soffrivo dapprima in silenzio, era quella di intestardirmi, di essere cocciuta e di continuare ad essere utile al mio Paese”.

“Questo mio modo di fare e di essere a loro non è mai piaciuto ed hanno subito iniziato a frenarmi. All’inizio del mio mandato di Assessore potevo fare tutto, dopo le elezioni non dovevo interessarmi di Petilia centro, di Paternise, di Foresta ma dovevo pensare solo a Pagliarelle ed a Camellino; poi non dovevo fare niente per Camellino perché al Comune lì avevamo perso (pensate un pó che livello di amministrazione, dobbiamo abbandonare una frazione, un popolo perché non ci ha votato e poi fanno i democratici, dicendo di essere aperti a tutti), poi ancora non avevano più soldi, non c’erano gli operai, non potevo utilizzare i mezzi del Comune, ce n’era una ogni giorno”.

“Così, grazie alla mia cocciutaggine, ho continuato a fare le cose pagandole di tasca mia, lasciando veramente tutto il mio stipendio di Vicesindaco e di Assessore alla collettività, comprando cemento, lampadine, pittura, prodotti, pali, mezzi, facendo loculi, strade, staccionate, nuova linea elettrica, antenna di telefonia, lottando per mantenere la Guardia Medica e l’Ufficio Postale e tante altre cose che tutti quanti voi sapete e vedete ogni giorno.

Loro mi bloccavano, mi dicevano bugie, non facevano salire gli operai con i mezzi del Comune ed io mi intestardivo e continuavo a fare, gridandogliele in faccia le cose, come i dipendenti comunali e le mura del Comune sanno, hanno visto ed hanno sentito.

Addirittura non potevo interessarmi delle scuole medie di Petilia, nonostante in molti mi avevano sollecitata, oppure non potevo interessarmi del centro storico di Petilia, del quartiere “Rupa”, o non potevo salutare o addirittura prendere un caffè con uno dell’opposizione che succedeva la fine del mondo.

Per non parlare della Provincia, il mio ruolo per loro doveva solo consistere nell’attaccare chi non gli stava comodo, non potevo avere rapporti, il loro obiettivo era solo quello di screditare quelli dell’opposizione, in particolare uno di loro, doveva fargli passare la voglia di fare politica (pensate un pó che modo squallido di intendere la politica).

Di fronte a tutte queste buffonate dell’ultimo dei talebani, di chi una volta voleva fare lo sceriffo ed un’altra il bandito, non ho mai abbassato la testa, ma sono andata avanti per la mia strada, rimanendo Franca Costanzo, quella che sono, quella che avete conosciuto, apprezzato e votato.

Era forte il sentimento di oppressione che sentivo giorno dopo giorno, ma era forte, troppo forte, la voglia di servire il mio popolo e la mia terra, per questo non me ne sono andata.

Ancora prima che l’emergenza coronavirus fugisse di mano, avevo chiesto di chiudere tutto: scuole, bar, pizzerie, tutto, perché avevo intuito la gravità della cosa e quella è stata per loro la scusa giusta per togliermi dapprima la delega di Vicesindaco, a fine febbraio 2020 e poi quella di Assessore, ad aprile 2020, senza alcun giustificato motivo e soprattutto senza alcuna comunicazione, infatti l’ho appreso dai giornali tutte e due le volte.

Perché non avete il coraggio di dire il perché mi avete cacciato? Perché non mi avete convocato e spiegato cosa non vi andava bene di me? Perché non facciamo un confronto pubblico e mi dite in faccia, a me ed agli 800 cittadini circa che mi hanno sostenuta e vi hanno consentito di essere maggioranza, le motivazioni di queste decisioni?

La cosa che più mi rende serena è l’aver agito sempre per il bene del mio popolo e della mia Città, senza illeciti o imbrogli, rimettendoci soldi, tempo ed energie, ma mettendoci sempre tutta me stessa, dal primo secondo a tutt’ora.

Credo fortemente che la mia sopportazione è stata messa seriamente alla prova in tutti questi giorni e che non si possa trattare così una donna, una mamma, una nonna che ha dato tutto il suo cuore per questa terra.

Credo seriamente che Petilia Policastro, questa splendida Città con tutte le sue Frazioni ed i suoi popolosi quartieri non meritano questa dittatura e questo odio e marciume dilagante.

Credo con tutta me stessa che la mia comunità, il mio popolo e la mia terra non debbano stare sotto scacco, sotto i piedi di nessuno, né debbano elemosinare una lampadina, un po’ di asfalto, l’acqua che non li faccia ammalare o una scuola sicura a nessuno, perché sono diritti, sono nostri, non del Sindaco e non sono favori ma doveri.

State pur certi che mi batterò con tutta me stessa per far tornare la DEMOCRAZIA a Petilia Policastro, affinché nessuno si senta più suddito ma tutti CITTADINI liberi.

Con lo stesso affetto ed entusiasmo di sempre”.

E quando sembra che l’ex vicesindaco abbia detto tutto a conclusione della missiva chiede le dimissioni di Amedeo Nicolazzi “Visto che un petilino su due è rimasto a casa alle ultime elezioni regionali, visto che chi è andato a votare ti ha bocciato, perché il 38% ti ha votato mentre il 62% no, ti chiedo le DIMISSIONI e se hai coraggio ti ricandidi. Così vediamo se vinci senza di me ed i miei sostenitori”.

Redazione Il Petilino

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