Xylella fastidiosa

Xylella fastidiosa

Continuano le polemiche e le incertezze

Si estende l’allarme Xylella, il batterio che sta impestando gli ulivi del Salento.
In attesa che Italia e Europa trovino un’intesa su una strategia globale per combattere la peste degli ulivi il tribunale amministrativo di Lecce ha accolto la richiesta di sospensione cautelare del piano di eradicazione degli alberi colpiti da “Xylella fastidiosa” nel territorio di Oria che sarebbe dovuto già cominciare.
La soluzione doveva essere anche quella di bloccare l’export di tutte le produzioni vegetali dalla Puglia, ma siccome non c’è accordo su cause e portata del morbo, il tribunale fermato tutto.
Intanto le polemiche incalzano e diversi sono i tecnici che propongono soluzioni per evitare che il morbo si espandi.
È utile sottolineare che un ulivo “soffocato” dalla Xylella può sopravvivere dai tre ai cinque anni, quindi morirebbe comunque. Fra l’altro gli esperti fanno sapere che la più rapida diffusione del batterio si verificherà in estate, stagione favorevole perché l’insetto vettore, una cicala da pochi millimetri, porti l’infezione oltre i confini dell’Italia.
I partner europei sono preoccupati. L’Autorità per la sicurezza alimentare ha stilato una lista di 300 specie suscettibili di essere infette da differenti tipi di Xylella. Per quelle che lo fossero davvero, l’Ue dovrebbe decidere un bando all’import da paesi terzi e alla circolazione nel mercato unico, se non previa autorizzazione: la contaminazione in Puglia, a quanto pare, è avvenuta con una pianta ornamentale proveniente dal Costarica. Ora le specie fuori legge sono meno di dieci, un numero molto contestato.
Il contagio fa paura, soprattutto ai produttori di vino. Sembrerebbe che la Xylella potrebbe attaccare anche la vite, ma i produttori italiani a riguardo smentiscono.

Giuseppe Frandina

Giuseppe