Steccato di Cutro: rifiuti per le vie della località balneare.

Steccato di Cutro: rifiuti per le vie della località balneare.

Triste risveglio per i villeggianti: montagne di spazzatura ed esalazioni maleodoranti. Luglio, è tempo di vacanze. Abbandonate le grandi città ci si organizza con gli amici, con la famiglia sognando un’estate all’insegna del buon cibo, mare, sole, spiaggia e trallallà. Brutta sorpresa per chi ha deciso di soggiornare a Steccato di Cutro. È infatti il sogno di ogni turista potersi svegliare con vista mozzafiato sulla spazzatura. Ironia e battute, foto, citazioni e il pensiero fisso alla Napoli sommersa dai rifiuti si sprecano sui social network, mischiati a indignazione e rabbia di chi uscendo con la propria auto è andato a sbattere contro i sacchi di immondizia. «È una vergogna tuonano i turisti, uno spettacolo indecente, è per questi motivi che la Calabria è da sempre l’ultima ruota del carro, non riusciamo a parlare con nessuno, non facciamo come a Napoli» Certo Steccato di Cutro non sarà Milano, è un piccolo paesino della provincia di Crotone, che magari non tutti conoscono, è un paesino che fiorisce solo nei mesi estivi, ma non per questo la gente di quel posto merita l’indifferenza delle istituzioni. Allo sconcerto e allo stupore di vedere le strade in queste condizioni si aggiunge se vogliamo anche la rabbia per la salatissima imposta sui rifiuti. Oltre al danno, la beffa verrebbe da dire. “Guardate qui… – scrive un turista a commento delle foto – e poi non mi devo arrabbiare. Un altro racconta: sembra di essere nella terra dei fuochi, qui non c’è più nessuno; uno va al mare per respirare aria buona e invece tocca fare i conti con la diossina…” D’altronde, una località turistica sommersa dai rifiuti mette in discussione l’identità dei suoi abitanti. La prima reazione è quella di fissare una linea di demarcazione per prendere le distanze da un territorio sporco che diventa ostile, inospitale, irriconoscibile. Nulla di nuovo, scene già viste, scene di ordinaria follia in una Calabria ormai da anni martoriata. Tanto che anche le parole hanno esaurito la capacità di scuotere e sensibilizzare le istituzioni (quali???). Il meccanismo, fragile e sempre in bilico, è di nuovo andato in tilt. È vero, la gente del posto potrebbe impegnarsi con la raccolta differenziata come saggiamente suggerito da qualcuno ma credo che la soluzione del problema non sia tutta qui. È evidente che quello che sta accadendo è molto grave, perché divengono straordinari i diritti più semplici: avere una strada accessibile, respirare aria non marcia, vivere con speranze di vita nella media di un paese europeo. Vale allora la pena ricordare la lezione di Beowulf, l’eroe epico che strappa le braccia all’Orco che appestava la Danimarca: “il nemico più scaltro non è colui che ti porta via tutto, ma colui che lentamente ti abitua a non avere più nulla”. Proprio così, abituarsi a non avere il diritto di vivere nella propria terra, di capire quello che sta accadendo, di decidere di se stessi. Abituarsi a non avere più nulla. Io sogno una Calabria migliore!

Giuseppe Frandina

Giuseppe