I Vescovi della Calabria: nella Chiesa né infiltrazioni, né connivenze con la ‘ndrangheta

I Vescovi della Calabria: nella Chiesa né infiltrazioni, né connivenze con la ‘ndrangheta

E’ passato più di un anno da quando Papa Francesco, durante la sua visita nella piana di Sibari, ha pronunciato la scomunica per tutti gli appartenenti a qualsiasi tipo di mafia e che non sono disposti a convertirsi.
Ieri, la Conferenza dei Vescovi calabresi ha pubblicato un documento di 50 pagine con le direttive chiare ed esplicite per i parroci della regione in relazione a problematiche scottanti come l’organizzazione delle processioni, la scelta dei padrini, il supporto alle vittime di mafia e l’utilizzo da parte della Chiesa dei beni confiscati alla mafia.
In uno dei passaggi più significativi del documento, i Vescovi calabresi affermano: “Le processioni sacre sono manifestazioni di fede e di speranza cristiana da regolamentare a livello diocesano con precise indicazioni pastorali, atte anche a prevenire infiltrazioni dei mafiosi o di persone ad essi contigue. È noto che tali persone hanno tutto l’interesse ad intrufolarsi, prima, e ad egemonizzare, poi, tali eventi. In tal malaugurato caso è evidente che la processione perderebbe la sua genuina natura religiosa. Non può esistere alcun punto in comune tra la fede professata e una vita irreligiosa e miscredente, oppure disorientata dall’appartenenza ad organizzazioni criminali”.
Nella stessa giornata in cui la Conferenza episcopale rendeva noto questo documento è stato eletto presidente della stessa l’arcivescovo di Catanzaro Vincenzo Bertolone che, tra l’altro, è stato il postulatore della causa di canonizzazione di don Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio a Palermo ucciso nel 1994 dalla mafia.

Giuseppe Frandina

Giuseppe