Amore che uccide

Amore che uccide

Video a cura di Laura Laino.

In un luogo indefinito della memoria umana esiste un regno di riposo eterno, antico quanto la memoria stessa. Una foresta sterminata di pietre tombali. Alcune incisioni hanno il colore del sangue appena versato. Altre, seppur logore da millenni di speculazione, manifestano un’imponenza secolare. Ipazia, si legge su una. Antigone su un’altra. Molte sono senza nome, ma nessuna manca. Sono tutte lì. Dove siamo giunti fratelli?
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Lea Garofalo

Esiste una naturale disposizione
Che induce quelli che amano
A percorrere quasi di buon grado la strada
verso l’annientamento.
Lea fu il nome,
Garofalo la condanna!
Al vento affido questo mio testamento:
sorelle, imparate dalla vita
Ciò che io seppi dalla morte.
Non c’è amore tanto grande
da ardere le carni, sono menzogne!
Ma nemmeno esiste acido così forte
da corrodere il ricordo che lasciamo di noi.
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Lea Garofalo fu torturata, strangolata, bruciata e poi sciolta nell’acido dai fratelli Cosco. Di lei oggi rimane solo il ricordo.

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Jamila Assafa

Le guardie risero delle mie ferite.
Graffi, li chiamarono.
Forse credevano che i miei natali
mi avessero donato una pelle delicata
oltre che tanta immaginazione.
Ora riposo qui. Rispettosa del sacro voto:
finché morte non ci separi!
Ma sappiate, sorelle, che nemmeno lui
Volle infrangere il giuramento.
Per donarmi il suo cuore
con la forza strappò il mio.
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Jamila Assafa venne pugnalata al cuore dal marito durante una lite familiare. In precedenza aveva denunciato più volte le violenze domestiche subite, ma nessuno le aveva creduto.
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Stefania Noce

“Non sono in vendita” gridai con fierezza
a me stessa e al mondo.
Davvero posso dire che non lo fui mai.
La tempesta estirpò il mio fiore,
ma non si prese il nettare della mia essenza.
Sorelle, imparate questo:
non esiste gloria maggiore
che fissare nella morte il proprio prezzo!
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Stefania Noce fu sempre in prima linea nella lotta contro il femminicidio. La sua unica arma fu la protesta, per questo non poté nulla contro le pugnalate di quell’ uomo che la “amava” e che lei voleva lasciare. Oggi è una delle vittime di questa guerra. Oggi 24 aprile 2014, alla fine del processo di primo grado per il suo omicidio, un giudice per la prima volta ha sancito l’esistenza del reato di femminicidio riconoscendo i meccanismi che portano a questo tipo di delitto.
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Maria Rosaria Sessa

Anche queste mie ossa un tempo
Ebbero l’ardire di sognare.
Saremo le ossa di “una giornalista”
Dicevano.
E ci riuscirono, non dubitate!
Ma con ironia la sorte
Mi esonerò dal mio modesto notiziario
per fare di me notizia!
Un uomo da poco,
sorelle, volle da me molto.
E una sera di dicembre,
assieme a quei fiori,
si prese la mia primavera
e mi diede la morte in cambio.

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Maria Rosaria Sessa si era appena iscritta con orgoglio all’albo dei giornalisti, quando l’uomo che aveva lasciato decise di stroncare la sua esistenza. La trovarono priva di vita in un’automobile; tra le mani un mazzo di fiori. ________________________________________

Emma La Spina

Non credete, fratelli,
è privilegio di ogni donna
Scrivere la propria epigrafe.
Vedete quella tomba laggiù? È mia dalla nascita:
ogni giorno che vivo è un passo verso di essa.
Non posso cambiare la direzione della mia esistenza.
Ma l’epigrafe, quella sì, la scrivo io.
Quando non potei scegliere come vivere,
decisi come morire. Libera.
Sorelle, un giorno anch’io aprii il mio vaso!
I mali volarono via
E rimasero solo i miei figli e il futuro.

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In un luogo indefinito della memoria umana esiste un regno di riposo eterno antico quanto la memoria stessa. Una foresta sterminata di pietre tombali. Ma non è il silenzio a regnare qui! Lo sanno Lea, Jamila, Stefania, Maria Rosaria e tutte quelle donne la cui eco riecheggia in questa desolazione. Lo sa Emma, che molto spesso è venuta qui a cercare la pace che la vita le negava. Lo sapete anche voi, ora, non è così? Ma adesso alzate lo sguardo all’orizzonte! Non vedete che laggiù, infondo anche questo luogo finisce? Fratelli, rendiamo omaggio!

Giuseppe Frandina

Giuseppe